L'ANALISI
25 Novembre 2025 - 05:30
Oggi si celebra la Giornata contro la Violenza sulle Donne, un’occasione importante per prendere posizione contro un fenomeno che continua a segnare la vita di milioni di donne in tutto il mondo. Non è solo un problema individuale, ma un fenomeno sociale che coinvolge l’intera comunità.
I numeri sono sconvolgenti: una donna su tre, secondo dati dell’Unifem, è stata violentata, picchiata, costretta all’atto sessuale oppure abusata almeno una volta nella sua vita. Un dato che ci impone l’urgenza di un cambiamento culturale profondo. Ogni 25 novembre è un richiamo a non abbassare la guardia e a fare di più per combattere ogni forma di abuso, ma non deve rappresentare un evento episodico e isolato, bensì un punto di partenza per un impegno che deve proseguire ogni giorno dell’anno.
Le scuole rivestono un ruolo fondamentale: sono il luogo dove si formano le future generazioni, dove i ragazzi e le ragazze costruiscono le loro idee e le loro relazioni. Educare i giovani al rispetto reciproco e alla visione di genere libera da stereotipi è essenziale per prevenire la violenza. Educare alla non-violenza significa anche fornire gli strumenti per riconoscere i segnali di abuso, sia tra i compagni che tra le persone care, e dare il coraggio di denunciare. Significa insegnare che l’amore non può essere mai violento e che ogni forma di controllo o possesso non ha nulla a che fare con il rispetto e la cura dell’altro. Abbiamo il dovere morale ed etico di far sì che le scuole diventino luoghi dove si promuovono progetti e attività che sensibilizzino gli studenti alla parità di genere.
L’IIS Torriani si distingue per una caratteristica: è una scuola a prevalente frequenza maschile. Questo aspetto aggiunge una responsabilità maggiore al nostro impegno nella formazione dei giovani. In un ambiente educativo dove la maggior parte degli studenti è composta da ragazzi, è ancora più importante affrontare in maniera decisa i temi legati alla violenza di genere e sradicare i pregiudizi sulla “mascolinità” tradizionale che alimentano visioni distorte del ruolo delle donne nella società e giustificano, consciamente o inconsciamente, comportamenti di controllo e violenza.
In questa ottica, il Torriani si fa promotore di un cambiamento che parte proprio dalla formazione dei suoi studenti, in modo che possano diventare adulti consapevoli, responsabili e rispettosi nei confronti delle donne. Per questo organizziamo incontri, letture e dibattiti, coinvolgendo anche figure di rilievo, per sensibilizzare gli studenti sul tema della violenza sulle donne e per rafforzare la consapevolezza che il cambiamento parte da ognuno di noi.
Ogni gesto di rispetto e ogni parola di condanna verso la violenza contribuisce a costruire una società più equa e giusta. Tra le attività che l’IIS Torriani promuove sul tema, centrale è il rito civile inaugurato quest’anno l’11 novembre, il giorno della prematura scomparsa di Giulia Cecchettin, ispiratrice del nostro impegno. Il rito è un atto di consapevolezza, di denuncia, ma anche di azione. Ogni 11 del mese, per tutto l’anno scolastico, gli studenti del gruppo teatrale “Gli AtTorriani”, guidati dal professor Rossetti, ripeteranno questo rito civile affinché la memoria non svanisca e l’allarme contro la violenza di genere non sia un fuoco che si spegne troppo presto, ma una fiamma che rimanga accesa.
Non è solo un giorno simbolico, ma un impegno che dura nel tempo e che ogni mese si rinnova, per non dimenticare mai chi è stato vittima di un amore malato e violento. Nell’atrio della scuola è stata allestita la “Colonna dell’Infamia”, affinché ci si renda conto che il fenomeno non è occasionale, sporadico, ma che rappresenta una triste condizione della nostra società. «Il conto non è solo un numero, è un volto. Non è statistica, è amore inghiottito e dissolto. In questo spazio sacro, rompiamo il silenzio e vi chiamiamo per darci nuova memoria» recitano gli AtTorriani.
Per molte donne è ancora difficile denunciare, perché le pressioni sociali o familiari spesso le spingono a tenersi tutto dentro o a ritirare le denunce presentate, annullando di fatto le possibilità di giustizia. I ragazzi si rivolgono a tutti coloro che sono a conoscenza di questi abusi perché supportino le donne a fare il passo decisivo.
Quante lacrime ancora taciute? Quante denunce ritirate, perdute? L’impegno del Torriani acquisisce quindi un ruolo ancora più cruciale: il rito rappresenta un atto educativo profondo e potente, un atto di resistenza contro la normalizzazione della violenza e l’indifferenza, un gesto che va oltre la semplice commemorazione per diventare una vera e propria azione di sensibilizzazione e di cambiamento pensata per coinvolgere direttamente gli studenti in un processo che non si limita al livello teorico, ma che diventa un impegno pratico, che si rinnova ogni mese, così che la ripetizione diventi consapevolezza e sostegno alla denuncia.
I riscontri positivi sono evidenti: non solo gli studenti partecipano con impegno al rito, ma lo vivono come un’opportunità di crescita personale e collettiva, di consapevolezza dei propri sentimenti e delle proprie responsabilità nei confronti della comunità. Agire tempestivamente, anche con interventi educativi nelle scuole, permette di affrontare questa problematica prima che si radichi. In una scuola con una prevalenza di maschi, si può agire sulle dinamiche di potere e sulle aspettative sociali che i ragazzi possono avere riguardo ai ruoli maschili e femminili. Gli adolescenti sono molto influenzati dalle dinamiche sociali che vivono in famiglia, tra amici e a scuola. E se in un contesto scolastico si promuovono valori di non violenza e rispetto, si aiuta a creare un ambiente che riduce i comportamenti aggressivi e misogini, favorendo invece una cultura della parità di genere. Sensibilizzare i ragazzi sulla violenza di genere li aiuta a diventare parte della soluzione.
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