L'ANALISI
03 Aprile 2015 - 09:09
									Ricordi e testimomanze del "Lanciere bianco" -
Trentatre note autografe inedote tra carte gelosamente custodite
Fulvia Tenchini dal 1933 al 1938 servì fedelmente d'Annunzio e quella tragica sera del 1" marzo vestì il corpo ormai inanimato del Poeta. Ella è una delle testimonianze viventi, purtroppo ormai rare, degli ultimi anni del Poeta. "Nel 1933 da quando fui assunta passarono quindici giorni prima che riuscissi a vedere il Comandante. Egli riceveva la posta, dava gli ordini agli autisti, regolava la sua vita senza uscire dal proprio appartamento, servendosi della cameriera privata e non avrebbe mai tollerato una qualsiasi intrusione di altre persone. Durante la giornata mangiava rarmente e soltanto frutta. Il suo pasto lo compiva verso mezzanotte. .... Nella villa eravamo tutti soggiogati dalla sua presenza. Ricordo che nei primi giorni, io fui tremendamente colpita da un fatto. Mi accompagnarono in visita alla Villa e mi condussero nella Camera Ardente del poeta. Il comandante aveva fatto predisporre una vasta sala a lutto..D'Annunzio ebbe il culto della giovinezza. Odiò la vecchiaia; amava i cartoni animati e le donne.
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