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31 dicembre 1949

San Silvestro, il più fortunato dei Santi

Varie consuetudini e tradizioni - Attenzione domani al primo incontro

Annalisa Araldi

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aaraldi@publia.it

31 Dicembre 2020 - 07:00

San Silvestro, il più fortunato dei Santi

San Silvestro è il più fortunato dei Santi. Non deve la sua fama né al fatto di essere stato un bravo Pontefice, e precisamente il trentatreesimo Pontefice; né al merito della conversione di Costantino, ché i più questo lo ignorano, quanto alla ventura di essere morto il 21 dicembre che divenne l’ultimo giorno dell’anno quanto parecchi secoli più tardi Gregorio XIII saltò dieci giorni per mettere d’accordo il suo Calendario con gli astri.

Da allora tutti lo conoscono, gli vogliono bene e lo festeggiano non foss’altro che per l’illusione ch’egli metta la  parola «fine» a tutte le cose poco liete avvenute nell’anno a cui chiude la porta. E tutti gli chiedono qualcosa. Di qui le varie tradizioni popolari fervidissime nel mantenere curiose manifestazioni e nel perpetuare strane usanze per trarre gli auspici dalla notte di San Silvestro.

L’usanza del «cenone» per liquidare in letizia San Silvestro ed accogliere in… euforia il Capodanno è universalmente diffusa a tutti i paralleli com’è ormai diffusissima l’abitudine di spegnere per un istante la luce allo scoccar della mezzanotte e di baciarsi tra commensali o anche tra estranei in locali pubblici. Evidentemente si osserva ben bene qualche minuto prima chi si trova a portata di… braccia ed eventualmente si vira di bordo.

Tornata di moda, particolarmente in Inghilterra, Olanda e Francia, l’astrologia nel campo scientifico, metafisico o semplicemente ciarlatanesco, astrologi di ogni qualità e risma interrogano gli astri, mentre le signorine da marito in mille modi mettono alla prova le virtù divinatrici di San Silvestro. Sono ingenui riti che si ripetono tanto per completare allegramente la serata, un  po’ per ischerzo, un po’ sul serio, innocui, infantili, ma che lasciano soddisfatti se cavallerescamente San Silvestro detta un lieto auspicio.

Una costumanza non molto nota è quella dell’anello: la signorina si strappa un capello e vi appende la «fede» fattasi imprestare da una signora, la tiene sospesa su un bicchiere: se riesce a contare sino al numero dei suoi anni prima che il capello si spezzi può prenotare il corredo che le nozze saranno imminenti. Altre chiedono a San Silvestro che appalesi il loro destino attraverso i geroglifici della cera spiovente da una candela o i disegni che si formano appannando col fiato uno specchio oppure facendo gocciolare piombo fuso in una bacinella d’acqua: altre affidano alla sua mano bigliettini arrotolati che gli lasciano in una scodella d’acqua sulla finestra affinché apra quello che contiene il nome del futuro marito.

Un’altra usanza graziosa, che origina allegria e movimento, è quella dei «quattro cantoni». I quattro cantoni sono gli angoli della camera dove s’è riunita la compagnia. A una ad una si fanno uscire le signorine interessate al gioco; gli altri nascondono nei quattro angoli della stanza una chiave, un bicchier d’acqua, un cartoccio di cenere ed un anello nuziale. Nascosti gli oggetti la signorina rientra e viene condotta bendata al centro della stanza di dove si dirigerà da sola verso un angolo per scegliere un oggetto: fortunata se troverà la chiave o l’anello, simboli di nozze prossime, ché la cenere e il bicchier d’acqua indicano pianto e umiliazione.

Così sarà fortunata se tra tanti cartoccetti di fagioli San Silvestro le guiderà la mano per scegliere quello che racchiuderà insieme un fagiolo candido e uno nero; fortunatissima poi, sempre dal punto di vista di un buon auspicio nuziale, se allo scoccar della mezzanotte lancia giù per la scala una scarpina e questa rimane con la punta rivolta verso l’uscita: l’anima gemella è pronta a portarsi via dalla casa scarpa e proprietaria.

Ma ce n’è anche per gli altri, diamine! Al cenone di San Silvestro, come a Capodanno, le mense debbono avere uva fresca, meglio ancora – e non facciamo fatica a crederlo! – se regalata da amici. Contare gli acini prima di mangiarli, debbono essere dispari. Inoltre bisognerà rinnovare un vestito o un effetto di biancheria al Capodanno, per propiziarsi pensiamo Sant’Omobono, partono dei sarti e attenzione a chi si vede, chi s’incontra, chi si saluta per primo. Se è un carabiniere la fortuna è sicura. Se poi i carabinieri sono due e ti portano in guardina di sicuro ci sarà un paio di… manette!

Superstizioni? E già. Ma la superstizione è la vita stessa: un po’ di paura e molta speranza.

 

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