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25 dicembre 1959

Le origini del presepio

Una tipica iniziativa italiana diffusasi in tutto il mondo

Annalisa Araldi

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aaraldi@publia.it

25 Dicembre 2020 - 07:00

Le origini del presepio

Il presepio di Greccio
Le origini del presepio risalgono a  San Francesco d'Assisi che lo rese popolare settecentotrentasei anni fa col suo presepio di Greccio. Ai primi di dicembre del 1223, dopo l'avvenuta approvazione della sua Regola da parte del Papa Onorio III, Francesco d'Assisi tornava a piedi da Roma alla sua valle di Rieti. Aveva 42 anni e lo separavano poco meno di tre anni dalla fine della vita. Era stanco ed il tempo era inclemente, ma, uscito da porta Salaria, il suo passo si fece spedito. L'animo suo era lieto, perchè ormai la sua opera era nelle mani della Chiesa ed egli poteva dedicarsi interamente al Signore. E lieto era anche per un altro progetto che gli stava a cuore e che ora stava per realizzare, l'idea del presepio, che egli aveva tratto dalle rappresentazioni liturgiche dell'ufficio della notte di Natale.

Giunto ai monti Sabini, Francesco si fermò a Greccio presso Giovanni Vellita, un amico ricco e generoso che aveva già donato ai frati la collina rocciosa dove questi si erano stabiliti e gli confidò che intendeva festeggiare la cerimonia della notte di Natale in modo insolito. Intendeva, cioè, scavare una grotta nel bosco, allestirvi una mangiatoia col fieno e legarvi un asino ed un bue veri, per poter venerare la nascita del Figlio di Dio vedendo con i propri occhi e mostrando, in un simulacro della stalla di Betlemme, la povertà del Signore quando venne sulla terra per amor nostro. E certo nessuno, più di lui era qualificato a Questa singolare ricostruzione della nascita di Gesù Cristo, in quanto un legame ideale univa nel cuore di Francesco la stalla di Betlemme dove la Vergine Maria aveva messo al mondo il Redentore sulla paglia di una mangiatoia, e la stalla di casa sua, dove sua madre, madonna Pica, pure sulla paglia di una mangiatoia aveva messo al mondo lui, che la Chiesa doveva chiamare «alter Christus».

Francesco trovò l'amico ben disposto ad esaudire il suo desiderio e nella roccia del bosco, accanto al suo stesso, romitaggio, sorse la grotta e la stalla, per cui nella notte di Natale tutto il popolo di Greccio e delle zone vicine, richiamato dal suono delle campane e facendosi lume con torce, accorse al bosco e festeggiò la nascita del Signore raccolto intorno alla mangiatoia. Era mezzanotte e le stelle brillavano nel cielo freddo e sereno. La mangiatoia fungeva da altare e un prete celebrò la messa. All'elevazione una luce meravigliosa si diffuse nella grotta, e tutti i fedeli videro un bimbo, dormiente ma vero, apparire tra il bue e l'asino che mangiavano il fieno. Poi videro il poverello d'Assisi accostarsi al bambino e prenderlo teneramente fra le braccia, il bambino svegliarsi, sorridere a Francesco ed accarezzargli con le manine rosee il volto rigato di lacrime. Dopo la lettura del Vangelo, Francesco, in piedi accanto alla mangiatoia, infiammato d'amore cominciò a predicare alla folla. Le ore trascorsero, come in sogno, e, quando la funzione ebbe termine, in cielo spuntavano le prime luci del mattino.  Per consacrare il luogo al Signore, vi fu in seguito eretta una chiesa, e dov'era la greppia fu costruito un altare in onore del Beato Francesco.

L'arte del presepio Da principio il, presepio fu allestito soltanto nei luoghi sacri, poi l'uso entrò anche nelle case private. La scena rappresentata andò continuamente allargandosi: limitata prima alla sola stalla si estese poi all’ambiente circostante. Anche le figure aumentarono via via: prima vi furono comprese soltanto quelle della Madonna col bambino del bue e dell'asinello, poi vi si aggiunsero  Giuseppe, i re magi che recano i donativi, i pastori che vanno ad adorare Gesù suonando la zampogna e conducendo le pecorelle, e tutta una varietà di uomini e animali.

Il presepio più antico che ci sia stato conservato — sebbene parzialmente — è quello di Francesco da Pietrasanta ed è custodito nella Basilica di Santa Maria Maggiore in Roma che, raccogliendo anche le reliquie della sacra culla, fu detta appunto «ad praesaepe».

In Italia l’uso del presepio si diffuse nella seconda metà del 1400 e vi contribuirono i frati Francescani, i Domenicani ed i Gesuiti. Dalla Toscana, dove si conservano numerose vestigia di presepi dell'epoca, l'uso si propagò in Umbria, in Abruzzo, in Liguria, nel reame delle Due Sicilie ed in particolare a Napoli, dove pervenne ad uno sviluppo eccezionale, creando un artigianato altamente specializzato. Il periodo di maggiore splendore del presepio napoletano fu raggiunto nel 1700, ma già particolare rinomanza ebbe il presepio con figure di legno di S. Giovanni a Carbonara, che rimonta al 1484.

Lo schema del presepio nel Mezzogiorno si dimostrò subito quanto mai indovinato, perchè le composizioni erano accentrate attorno ad un monte, con la grotta della natività in primo piano e con le altre figure di proporzioni sempre più ridotte collocate sui declivi, il che permise di moltiplicare le figure senza richiedere eccessiva profondità di spazio. Anche nel campo della scultura e della pittura il tema del presepio fu svolto, si può dire, da quasi tutti i maggiori artisti del Trecento e del Rinascimento, e dallo stesso Raffaello.

Significato del presepio
Il termine presepio deriva dal latino «praesaepe»: che vuol dire greppia, mangiatoia. Nel senso iconografico è poi detto presepio ogni rappresentazione della nascita di Gesù. Il presepio rappresenta dunque la natività di Gesù. Ed ha valore solo ed in quanto trovi piena ed amorosa rispondenza nel nostro cuore, cioè fin tanto che esso sarà anche per noi, come per il poverello d'Assisi, il simulacro della stalla di Betlemme e rievocherà all'animo nostro il bambino Gesù venuto al mondo per noi in una stalla, sulla paglia di una nuda mangiatoia, fra due animali, in una fredda notte d'inverno.

Gesù non è venuto per confondere il mondo, altrimenti sarebbe arrivato in tutta la sua potenza ed in tutta la sua maestà. Gesù è venuto per essere compreso ed amato, perciò ha scelto la condizione della perfetta povertà e dell'umiltà. Ed anche fra gli animali ha scelto gli umili servi dell'uomo, il bue e l'asino, per, farsi riscaldare dal loro fiato.

Egli non ha mandato, ma ha recato agli uomini un messaggio d'amore: chi comprende questo messaggio ha lo spirito del Natale. Perchè il Natale non è nel ceppo, nel vischio, nell'albero, né tra le figure del presepio. Il Natale è nascita, nascita di Dio che si rinnova nel nostro cuore, nascita di un sentimento di bontà. Se in noi non nasce o non torna un sentimento di bontà, il presepio ed il Natale non hanno significati. Il valore del presepio è di suscitare l'amore dentro di noi, di far rinascere Gesù nel nostro cuore. Ed allora non è questione di vistosità di scena, di ricchezza di particolari, di rifinitura di figure, perchè anche un'arte, primitiva e le rozze figure di un presepio casalingo possono bastare al nostro spirito e far rifigurare di luce meravigliosa Gesù nel nostro cuore puro, come il Cristo, vivente del presepio di Greccio nelle braccia amorose di San Francesco d'Assisi.

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