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14 dicembre 1972

Luna: trovate rocce arancioni, forse di origine vulcanica

Durante la seconda passeggiata degli astronauti

Annalisa Araldi

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aaraldi@publia.it

14 Dicembre 2020 - 07:00

Luna: trovate rocce arancioni, forse di origine vulcanica

HOUSTON, 13. - La scoperta  di una vasta area di suolo selenico color arancione, tutt’intorno al piccolo cratere «Shorty», uno dei tanti della valle lunare «Taurus Littrow», potrebbe procurare all'«Apollo 17» un posto nella storia della scienza spaziale molto più importante di quello al quale aspirava come impresa conclusiva del primo programma di ricerca svolto dall'uomo su un altro corpo celeste. Il terreno arancione scoperto dal  comandante dell'«Apollo 17» Eugene Cernan e dall'astronauta - geologo Harrison Schmitt potrebbe contenere infatti le prove chimiche incontestabili di uno degli ultimi casi di attività vulcanica sul satellite della Terra. Nella sua composizione chimica, dopo opportune analisi che verranno compiute sulla Terra, potrebbero forse essere trovate tracce di gas espulsi dall'interno della Luna e perfino eventuali residui di vapore acqueo.

«Ochi, c'è terreno arancione qui intorno. Ce n'è dappertutto» ha gridato Cernan mentre, a bordo della jeep elettrica, i due astronauti facevano ritorno al modulo lunare «Challenger» ed erano quasi a metà strada tra il punto più lontano da loro raggiunto durante la seconda esplorazione selenica ed il campo-base. « Devo assolutamente scavare un solco» ha immediatamente replicato Schmitt. « No, non gli manca qualche rotella — ha aggiunto concitatamente Cernan rivolgendosi al centro di controllo terrestre di Houston — il suolo è davvero arancione. Questo è un fatto storico».

Naturalmente, i due astronauti sono rimasti sul posto il tempo più che sufficiente non solo per esaminare la zona ma anche per prelevare campioni e per estrarre una «carota» geologica. «Anche questo campione cilindrico è rosso — ha detto emozionato Schmitt — la porzione centrale anzi è cremisi, rossa, ed all'esterno è in parte arancione ed in parte grigia».

Il dott. Farouk El-Baz, uno dei principali esperti di geologia che ha seguito anche precedenti missioni lunari presso il centro di Houston, ha in seguito affermato: «Mi è stato detto che abbiamo trovato tracce di attività vulcanica o per lo meno di "fumarole" e forse perfino vapori di acqua nel suolo lunare. Non è cosa di poco conto. Si tratta di una faccenda grossa. Forse siamo riusciti ad avere davvero quello che speravamo con questa missione».

Cernan e Schmitt sono rientrati nell'abitacolo del Modulo lunare «Challenger» alle 8,05 (ora italiana), restando quindi all'aperto, sulla superficie lunare, sette ore e 37 minuti e stabilendo un nuovo record di permanenza sul suolo selenico, 14 minuti più lungo di quello stabilito dagli esploratori di «Apollo 16» con la loro seconda esplorazione. Anche la distanza percorsa dagli astronauti non ha precedenti: oltre 19 chilometri. In precedenza, al principio della seconda E.V.A. (Extra Venicular Activity), Schmitt e Cernan avevano conseguito un altro primato, percorrendo oltre sette chilometri a bordo del «Lunar Rover» ed allontanandosi quindi dal loro campo base più di qualsiasi altra coppia di esploratori lunari precedenti. Durante questo viaggio che li ha portati ai piedi del «South Massif», una formazione collinare allo estremo limite meridionale della vallata Taurus Littrow, il loro «Lunar Rover» ha raggiunto perfino una velocità massima oraria di 17 chilometri e 600 metri. In passato, la jeep elettrica non aveva superato i 16 chilometri e mezzo.

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