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15 novembre 1960

I 90 cremonesi “pionieri del volante” premiati dall’Automobil Club

Annalisa Araldi

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15 Novembre 2020 - 07:00

I 90 cremonesi “pionieri del volante” premiati dall’Automobil Club

Nel salone della Camera di Commercio si è svolta la cerimonia della consegna delle medaglie d'oro ai «pionieri del volante», voluta dall'Automobile Club.

La simpatica iniziativa ha visto raccolti 90 automobilisti che da almeno 35 anni posseggono la patente. È stata una riunione alla quale tutti hanno partecipato con entusiasmo e qualcuno dei premiati al momento della consegna della medaglia era visibilmente commosso. Quasi tutti con i capelli bianchi, questi componenti la «prima ondata» di automobilisti, si è ritrovata per ricevere un riconoscimento per i meriti acquisiti nell'avere affrontato per primi l'ebbrezza della velocità, suscitando a volte indignazione. Ma è stato attraverso questi «pionieri» che le «quattro ruote» si sono affermate; è grazie ed attraverso anche le loro esperienze che si è potuto progredire in questo campo.

I ricordi fra i «pionieri» si sono intrecciati prima e dopo la cerimonia. Ricordi lieti ma anche tristi. La prima guerra mondiale, le prime gite, sulle impervie strade di montagna, i primi guasti meccanici. E per un paio d'ore questi «pionieri» si sono sentiti ancora una volta giovani. Molti di essi ancora oggi guidano le loro vetture. Non corrono più come quando avevano vent'anni, ma la loro lunga esperienza di guida è talmente solida che in qualsiasi frangente se la sanno cavare. Qualcuno ha dovuto lasciare il volante, seppure con tristezza. Qualcuno, se anche in cattiva salute, ha voluto presentarsi a ricevere la medaglia ricordo per sentirsi ancora una volta «come gli altri» in mezzo agli amici di un tempo. E di questa felice iniziativa va dato merito al nostro Automobile Club che ha fatto le cose veramente in grande, facendo espressamente coniare 91 medaglie d'oro.

Alla cerimonia erano presenti, il prefetto, il questore, il vice sindaco, il maggiore dei carabinieri Ginelli, un rappresentante del Presidio militare. Il vescovo monsignor Bolognini che aveva inviato una lettera di adesione alla cerimonia ha voluto fare una breve visita salutando tutti i premiati.

La cerimonia è stata aperta dal presidente dell'ACI dott. Gino Feraboli il quale nel suo intervento ha detto: «Dopo la riuscita manifestazione del 1955, l'Automobile Club di Cremona ha preso quest'anno nuovamente l'iniziativa di riunire gli automobilisti più anziani per offrire loro un modesto ricordo in segno di affettuosa solidarietà. È un doveroso omaggio ai «pionieri del volante», che con l'entusiasmo e la fede della gioventù intuirono nell'autoveicolo il mezzo meccanico destinato a trasformare, con un decisivo impulso all'economia dei trasporti, le basi stesse della società moderna. «Tra le persone che tra breve si avvicenderanno su questo palco, molti sono coloro i quali, per essere militari di leva o richiamati allo scoppio della prima guerra mondiale furono inquadrati nei gloriosi reparti del corpo automobilistico ed efficacemente contribuirono, assicurando giorno e notte con abnegazione e sprezzo del pericolo i collegamenti tra le prime linee e le retrovie, al conseguimento della vittoria. È questo un titolo di benemerenza, altamente significativo, che noi desideriamo ricordare manifestando agli autisti anziani, qui riuniti, la nostra gratitudine per l'opera da loro svolta. A nome del consiglio direttivo e dei soci dell'Automobile Club ringrazio il prefetto e le autorità locali, i quali, con la loro presenza, portano ai «pionieri» il gradito e ambito riconoscimento della cittadinanza cremonese».

Ha quindi preso la parola il sostituto procuratore dottor Fulvio Righi, presidente della Commissione Giuridica dell'A. C. il quale ha detto: «Nel prendere la parola, durante questa cerimonia mi è gradito anzitutto ringraziare coloro che, partecipandovi, hanno voluto tangibilmente dimostrare quali sentimenti di riconoscenza e di affetto per i pionieri del volante abbiano radici profonde nei nostri cuori. Ma un tale intervento di autorità, soci e simpatizzanti, assume anche, a mio avviso, un altro significato, dimostra cioè che l'Automobile Club di Cremona, per impulso dei suoi dinamici dirigenti, bene ha operato realizzando una iniziativa che si richiama idealmente ai valori di quella tradizione che esso, ormai per generale riconoscimento, vanta nel settore dell'automobilismo.
«Tradizione non solo per quella attività qualificata che l'Ente presta a favore della collettività, dall'esercizio di funzioni pubbliche alla realizzazione di un vasto programma di studi e di assistenza sociale, ma soprattutto per il costante contributo che esso dà al miglioramento dei valori spirituali che sono connaturati, come del resto si verifica in qualsiasi manifestazione dell'umano progresso, alla evoluzione storica del fenomeno della motorizzazione. La civiltà, quale prodotto di geniali intuizioni e di perseveranti sperimentazioni dirette a conseguire finalità che significhino benessere e soddisfacimento di bisogni collettivi, richiede sempre il concorso di uomini che, rapidamente avvertita l'importanza di un principio e nella fase in cui esso si trasferisce su un piano di concreta attuazione, offrono la loro opera per formare quella esperienza per mezzo della quale si perviene poi alle più ambite affermazioni nel campo della tecnica. Il programma industriale di ogni popolo è strettamente legato al contributo che questi pionieri, a volte in un clima di incomprensione, danno affinché l'idea, tradotta in realtà, filtrata attraverso le inevitabili incertezze della ricerca sperimentale, divenga poi luminosa conquista dell'ingegno umano e base per il raggiungimento di ulteriori mete.
«Questi uomini costituiscono così la pattuglia avanzata dell'umanità nella perenne lotta che esso svolge per piegare la materia al suo volere, rappresentano i mezzi per cui l'intuizione diviene conoscenza, l'astrazione principio concreto. Altri utilizzeranno la loro esperienza, affermazioni si aggiungeranno alle prime e nuova luce l’intelletto umano irradierà sul mistero della natura, ma il ricordo di coloro che per primi, con abnegazione e fede, affrontarono un mondo allora ignoto, non potrà mai essere soffocato nell'oblio che dà il tempo. Essi, che ci furono maestri di quanto l’ingegno umano può compiere se sorretto dai nobili impulsi dello spirito, costituiscono il simbolo di un'epoca che onora la civiltà e che oggi, a distanza di tanti anni, esprime un suo fascino particolare, ha la poesia di cose antiche, ma care al cuore, che conservano, sotto il lieve strato di polvere, il segreto di quegli ideali che in ogni tempo danno fede ai popoli. Cerimonie come quella odierna, ha concluso l’oratore, soddisfano l'esigenza che noi tutti abbiamo di attingere alla fonte che scaturisce dall'esempio e dall’insegnamento dei nostri pionieri ed io credo che lode debba essere rivolta all’Automobile Cremona per averci saputo donare, in un'epoca che sembra voler disconoscerei valori più eletti delle spirito, palpito di poesia».

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