L'ANALISI
21 Luglio 2020 - 07:00
Tra Sante Amonti e Benito Penna, sulla strada per la corona italiana dei pesi massimi, non esiste più Piero Tomasoni, il pugile di Manerbio che nella prima semifinale per il titolo italiano era riuscito a fermare il fugante cremonese. Un intervento medico al termine del settimo round ha chiuso, prima delle dieci riprese previste, il combattimento disputato ieri sera all'Arena Giardino; la decisione del medico di rinviare negli spogliatoi il massimo bresciano è giunta quando ormai Tomasoni era in balia di Benito Penna ed il match aveva assunto un andamento monocorde.
Penna, questo nostro ragazzone nostrano, non deve mancare di timidezza. Ha dovuto farsi scaldare il viso nel corso della primi ripresa, l'unica a tutto vantaggio del bresciano, per prendere l'iniziativa con sicurezza crescente, finendo — proprio nel corso della settima ripresa — con il disporre di Tomasoni. Conoscendo l'avversario, Penna, dal secondo round in avanti, lo ha dominato di sinistro, servendosi anche abilmente del destro con qualche raro montante. Alcuni cambi di guardia che sembravano snobbare Tomasoni sono serviti e portare al viso del bresciano dei destri di disturbo che gli hanno bruciato sempre il tempo. È stata appunto questa tattica, l'autentico capolavoro di Benito Penna: Tomasoni ha dovuto abbandonare la sua arma preferita, cioè il gancio di sinistro, e cosi Penna ha avuto in mano il combattimento. La vittoria su Tomasoni sta dunque ad indicare non solo il passo in avanti di Penna nella scala numerica dei valori nazionali, ma pure il raggiungimento di una maturità più completa nel pugile cremonese a cui manca soltanto, in qualche istante, uno certa continuità di azione e, diciamolo pure, una chiara consapevolezza dei propri mezzi.
Anche Spoldi che abbiamo avuto vicino nel nostro angolo, commentava favorevolmente il progressivo dominio di Penna che, tenendo la giusta distanza, è sempre riuscito a portare colpi lunghi di disturbo e ad evitare il passo avanti di Tomasoni con i due colpi larghi che sono le altre armi preferite dal pugile di Manerbio. «In questo modo Penna farà strada» diceva Spoldi, puntandosi un dito in testa ad indicare l’intelligente condotta del cremonese.
Le ultime due riprese hanno visto la distruzione letterale del mito di Tomasoni: se in qualche round, il bresciano era riuscito ad opporre la sua vitalità davvero sorprendente, se in qualche ripresa, il temperamento del pugile bresciano era servito a pareggiare la differenza di dieci chili che questa volta si sono fatti sentire in tutto il loro peso, nel corso della settima ripresa, Tomasoni non esisteva più. Penna era il trionfatore. L'intervento del medico, legittimo e comprensibile, ha lasciato la bocca amara agli spettatori, molti dei quali ricordavano match conclusi con i due pugili in ben peggiori condizioni di Tomasoni.
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