L'ANALISI
28 Ottobre 2019 - 07:00
Era partito da Catania alle 17; l'ultimo contatto radio del pilota con Linate alle 18,55, poi il silenzio
MILANO - Il presidente dell’ENI Enrico Mattei è perito stasera precipitando con l’aereo privato, assieme ad altre due persone, a Bascapè, presso Melegnano: il bireattore «Moran-Soulmier» 760 era partito dall'aeroporto di Fontanarossa, nei pressi di Catania alle ore 17. La torre di controllo dell'aeroporto di Catania lo ha assistito regolarmente fino a che è rimasto nella zona di sua competenza. Successivamente, la torre di controllo di Catania lo ha «ceduto» regolarmente all'assistenza di Roma. La destinazione era Milano.
L’ing. Mattei si era recato in Sicilia per visitare i giacimenti metaniferi scoperti nella provincia di Enna, precisamente a Gagliano Castelferrato. Dopo la visita ai giacimenti, fatta insieme con il presidente della regione siciliana on. D'Angelo, l'ing. Mattei aveva pronunciato un breve discorso ai cittadini di Gagliano Castelferrato. Quindi da Nicosia si era recato in elicottero all'aeroporto di Fontanarossa.
Alle 18.55 l'aereo di Mattei si trovava sulla verticale di Carpiano a circa 10 chilometri a sud dalla pista di Linate. In contatto radio, il pilota aveva comunicato di trovarsi a 6 mila piedi di quota ed aveva chiesto l'autorizzazione per un «atterraggio diretto» (cioè senza attesa) che è stata concessa. Il pilota aveva confermalo aggiungendo che, trovandosi sopra Carpiano a 6 mila piedi, non sapeva se poteva farcela a perdere quota nel breve tratto mancante alla pista; se non ce l'avesse fatta, avrebbe fatto un giro sull'aeroporto. A questo punto, il contatto radio si era interrotto. Immediatamente era scattato il dispositivo di emergenza che prevedeva l'immediato allontanamento di tutti gli aerei in zona per almeno mezz'ora, onde evitare la possibilità di collisioni con altri aerei di un velivolo che compie un atterraggio a vista. Prima della interruzione, l'aereo aveva comunicato di avere ancora autonomia per un'ora e venti minuti di volo.
Le condizioni atmosferiche sopra Linate verso le 19 erano sommariamente le seguenti: visibilità in quota di circa mille metri, ritenuta dai tecnici un po' scarsa per un atterraggio a vista; la illuminazione della pista era però molto buona, visibile cioè a grande distanza; la visibilità in pista era di 1300 metri circa; la pioggia intensa.
Il personale dell’aeroporto, carabinieri, agenti di P. S., erano stati mobilitati per ricerche oltre la fine della pista di atterraggio e nelle immediate vicinanze dell'aeroporto mentre continuavano i contatti radio con gli altri aeroporti italiani e stranieri perché si riteneva che il pilota del bireattore, non potendo vedere la pista di Linate e trovandosi senza assistenza radio, avesse dirottato.
Verso le 22 veniva comunicato che l'aereo di Mattei era precipitato a Bascapè, presso Melegnano. L’aereo è caduto ai bordi di una stradicciola campestre, attualmente coperta da uno strato di melma e acqua variante fra i 10 e i 90 centimetri.
Sull'aereo oltre all'ing. Mattei e al suo pilota personale, comandante Bertuzzi, si trovava il giornalista americano William Mac Hale, capo dell'ufficio romano delle riviste «Time» e «Life».
L'ing. Enrico Mattei era nato ad Acqualagna (Pesaro) il 29 aprile 1906. Durante l'occupazione tedesca fu vice comandante del Corpo Volontari della Libertà. Arrestato, evase dal carcere di Como. Nel 1945, al tempo del Governo Parri, venne nominato commissario straordinario dell'AGlP per l'alta Italia con l'incarico di liquidare tutta l’attrezzatura mineraria di questa azienda statale: incoraggiato da un gruppo di giovani ed entusiasti geologici resistette agli ordini di smobilitazione finchè trovò il metano a Caviaga (1946) ed a Ripalta.
Nel 1949, alla presenza del ministro Vanoni, nel campo di Cortemaggiore, oltre al metano zampillò il petrolio. Nel giro di pochi mesi il Ministero ricevette oltre tremila domande di concessione per la Valle Padana; nel 1953,Enrico Mattei condusse in porto la legge istitutiva dell’Ente Nazionale Idrocarburi. Sotto la sua guida L'ENI è diventato un importante strumento di sviluppo dell’economia italiana e si è affermato come una forza di primo piano nel mercato petrolifero internazionale. All'estero, Mattei aveva impegnato l’azienda in un vasto programma di ricerche petrolifere, inaugurando tra l'altro una nuova formula di collaborazione con i Paesi produttori dell'Africa e del Medio Oriente, che venivano associati su un piede di uguaglianza nelle ricerche.
Nella prima legislatura repubblicana egli fu eletto deputato per il collegio di Milano-Pavia con oltre tredicimila voti di preferenza ma si dimise da deputato nel 1953 per dedicarsi interamente all'ENI.
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