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8 marzo 1970

Perchè una centrale nucleare proprio fra Cremona e Piacenza?

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emanzini@laprovinciacr.it

08 Marzo 2017 - 04:00

La necessità di acqua e le scarse risorse disponibili - L'inquinamento - Il funzionamento dell'impianto.

Dalle colonne del nostro giornale abbiamo appreso negli ultimi mesi del 1969 la decisione degli organi competenti di costruire lungo il corso del Po tra Cremona e Piacenza una centrale elettronucleare. A tale notizia il lettore avrà sicuramente pensato alle terribili distruzioni della bomba atomica, che sfrutta lo stesso processo sostanzialmente, ai pericoli della contaminazione radioattiva per scarichi in aria o nell'acqua di materiale già utilizzato. Nello stesso tempo avrà scosso il capo perplesso e critico di fronte a fenomeni così diversi da quelli che osserviamo nella vita di tutti i giorni.
Per tale motivo intendiamo illustrare quanto più semplicemente possibile di che natura sia il processo che ci mette a disposizione energie così elevate ed in qual modo avvenga la trasformazione in energia elettrica. Se al lettore alcuni punti risultassero poco
chiari o desiderasse una spiegazione più dettagliata di quanto, per motivi di spazio, possiamo qui fornirgli, potrà richiederlo alla rubrica * Il professore risponde ».

Prima dell'avvento dell'energia nucleare l'uomo ha sfruttato i combustibili naturali, legno, petrolio, carbone e simili per ottenere calore, ossia energia termica. Anche al tepore della luce solare si attribuiva un'identica origine, mentre oggi sappiamo che esso è dovuto proprio a processi nucleari. L'avvento dell'energia elettrica a partire dal secolo scorso ha poi introdotto una nuova fonte di calore, ma in questa sede possiamo considerarla simile a quella dei combustibili convenzionali. Tali processi
coinvolgono le « molecole » e gli « atomi », dalla cui unione si hanno le prime. Non si spaventi il lettore dinanzi a questi enti, pensi solamente che siano come i granellini di farina e che mescolando le diverse specie possibili di tali granuli, in quantità eventualmente diverse, si ottengano le diverse « polente » possibili, ossia le diverse sostanze presenti in natura. Dall'inizio del
nostro secolo gli scienziati sono riusciti a « vedere » con opportuni apparecchi la struttura di questi granelli, struttura che può essere utilmente paragonata a quella del sistema solare....................

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