L'ANALISI
25 Novembre 2014 - 13:46
CREMONA — Erano 450 le scarpe rosse che hanno segnato le piazze della città oggi: piazza Cittanova prima poi piazza del Comune, 150 a Crema e altrettante a Casalmaggiore. Questo il segno per dire no alla violenza alle donne e per farlo l’intero territorio provinciale ha deciso di mobilitarsi e lo fa fatto mettendo in campo e insieme un numero sterminato ma prezioso di enti e associazioni. Per dire no alla violenza sulle donne le associazioni impegnate nella tutela e difesa delle donne hanno chiamato Elina Chauvet, autrice del progetto di arte pubblica, Zapatos Roios.
Il primo cittadino di Casalmaggiore ha citato l’articolo 3 della Costituzione affermando che per tutta la stagione del Comunale una poltrona del teatro rimarrà vuota per segnalare l’assenza di chi è vittima di femminicidio. E sono i simboli, la voglia di contagiarsi e invadere la città e il territorio che coinvolgeranno oggi gli studenti, autori insieme a Elina Chauvet di Zapatros Rojhos, un’installazione che rimanda «alla situazione di Ciudad Juárez, città di frontiera nel nord del Messico dove, a partire dal 1993, centinaia di donne vengono rapite, stuprate e assassinate — ha spiegato l’artista —. Si uccidono le donne a Juárez perché si può fare: c’è impunità, c’è una cultura machista che non educa al rispetto della donna. E’ qui che, nel 2009, Zapatos Rojos ha preso vita, con un’installazione composta da 33 paia di scarpe». Le 33 scarpe sono diventate contagiose, hanno invaso nella Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne le piazze di città e paesi di tutto il mondo e questo è accaduto mercoledì 25 novembre a Cremona, Crema, e Casalmaggiore
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