SOS ACQUA
04 Ottobre 2014 - 11:34
Arturo Capitano con il figlio Claudio
CREMONA — E’ morto Arturo Capitano, decano dei fotografi cremonesi. Per tanti anni ha portato avanti la sua attività presso il negozio di corso Garibaldi, al numero 2.
Sposato con Luisa, due figli (Alessandro e Claudio) La sua storia, tratta dal volume ‘Fotografi a Cremona fra l’Ottocento e il Novecento’, a cura di Roberto Caccialanza (ed. Fantigrafica, Cremona 2010) è molto particolare. Arturo Capitano era nato nel 1925 a S. Stefano Quisquina nell’agrigentino. La famiglia, benestante, si era trasferita a Mordano di Bologna nel ’38.
Il suo primo vero servizio fotografico, retribuito 5 Lire, fu sulla processione durante la sagra del paese del 1938: l’incarico gli venne assegnato dal parroco che aveva bisogno di immagini per illustrare il periodico locale. «Ad un certo punto il parroco fermò tutti così che si mettessero in posa; ho fatto finta di scattare, ma una volta ripartita la processione immortalai quelle persone in una foto ‘viva’, piena di movimento, che mi diede molte soddisfazioni». In effetti quella sarebbe divenuta la sua ‘firma’, la sua ‘impronta’: «Se non riesce a fermare l’attimo, l’essenza del gesto, smette di fotografare»
Poi sopraggiunse la guerra a sconvolgere la vita quotidiana, il periodo fu ovviamente molto duro e, anche dopo la sua conclusione, trovare lavoro fu molto difficile. Dopo la liberazione, nel ’46 giunse a Cremona con gli alleati, nel campo profughi della caserma ‘Pagliari’ di via Bissolati. Rimase in città un paio d’anni, quindi rientrò a Bologna dove nel frattempo si erano trasferiti i genitori. Dopo breve tempo tornò all’ombra del Torrazzo imbracciando una macchina fotografica: «Mentre ero a Cremona mi ero convinto che non ci fossero fotografi reporter». Capitano avrebbe saputo farsi strada in breve tempo grazie alle grandi capacità artistiche e alla tecnica impeccabile. Lui sapeva giocare con la luce, la usava come ben pochi sanno fare; una sua fotografia si riconosce fra mille per i colori reali, le tonalità perfettamente calibrate, per quell’attimo fuggente catturato ad un bambino, ad una sposa… Spiegava che una buona fotografia non è merito di una buona macchina fotografica ma di chi la usa, perché «è la mente che fa tutto».
Capitano scattò le prime fotografie a Cremona con la sua Ferrania Condor nei Giardini Pubblici di piazza Roma: per sbarcare il lunario ritraeva i bambini che vi andavano a giocare e le madri che li accompagnavano, per poi vendere le opere che andavano letteralmente a ruba tanto erano belle, nitide, addirittura ‘tridimensionali’. Lavorò, fra i tanti, per la Polizia Stradale così come per alcune edizioni di Miss Italia degli anni Cinquanta…
Capitano aprì il suo primo studio fotografico nel 1950 al civico 4 di via Boldori, aggregandosi all’amico Angelo Faliva; quattro anni più tardi, una volta terminata la ditta ‘Faliva-Capitano’, decise di tornare in proprio tanto che acquistò un locale in via Palestro 18; ma è dal 5 luglio 1957 che la vetrina ‘Foto Capitano’ del fotografo e reporter fa bella vista di sé all’inizio di corso Garibaldi, al civico 2.
I funerali di Arturo Capitano si svolgeranno lunedì alle 11 presso la chiesa di S. Michele.
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