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LO SMOG IN LOMBARDIA

Crotti: «Agricoltura e zootecnia virtuose, basta associarle all’inquinamento»

Il presidente di Confagricoltura Lombardia e della Libera Associazione Agricoltori Cremonesi: «Allevamenti super controllati, rispettiamo le regole e i divieti»

29 Dicembre 2022 - 10:23

Crotti: «Agricoltura e zootecnia virtuose, basta associarle all’inquinamento»

Riccardo Crotti

CREMONA - Fra i tanti primati che detiene la provincia Cremona, oltre alla musica, all’agroalimentare e alla cosmesi, ce ne sono anche di tristi, come l’inquinamento dell’aria. Come ogni anno ecco arrivare i funesti bollettini sui valori delle Pm 10 e i conseguenti allarmi. È necessario, però, fare un po’ di chiarezza. Il rialzo delle polveri sottili avviene spesso in periodo invernale ed è dovuto a molteplici fattori, primo fra tutti il clima umido e la nebbia, con la totale assenza di vento che impedisce il ricambio di aria nel Bacino Padano, circondato su quattro lati dalle mura dolomitiche ed appenniniche. A questo si sommano il riscaldamento civile, industriale ed i trasporti.


Ma guarda caso, tra i principali fattori vengono citati gli allevamenti zootecnici con i loro reflui e la produzione di ammoniaca. Allora, è doveroso che il cittadino sappia che agli allevamenti, dal 15 dicembre al 15 gennaio, è imposto il divieto assoluto di smaltimento dei reflui sui terreni e dall’1 novembre al 28 febbraio è in atto il blocco per 90 giorni. Per completare il quadro, va sottolineato anche come i pochi giorni ammessi sono regolati dall’Ersaf, proprio sulla base dei livelli di inquinamento dell’aria e valutando le condizioni meteorologiche.


Possiamo affermarlo con assoluta certezza: l’agricoltura sta facendo un percorso virtuoso da questo punto di vista. Per esempio, gli allevamenti più grandi sono sotto il controllo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale che fa capo alla Regione Lombardia, con severissimi controlli e, nel caso, conseguenti sanzioni. La stessa Regione, da diversi anni, promuove attraverso i Piani di Sviluppo rurale le buone pratiche per la riduzione delle emissioni da reflui. Ancora: sono stati istituiti finanziamenti per la realizzazione delle coperture dei vasconi di stoccaggio e per le pratiche di interramento immediato, accorgimenti che riducono del 95% la dispersione di ammoniaca in aria.
Aggiungo che sono cambiate anche le diete degli animali, con un minor apporto di proteine per una minore produzione di azoto dei reflui. E ancora si studiano programmi di selezione genetica per avere animali nelle stalle meno impattanti a livello ammoniacale.


E se questo non vi ha convinti, sappiate che l’agricoltura è l’unico settore economico a credito di carbonio. Ovvero, ciò che cattura con le sue coltivazioni è superiore a ciò che produce con le sue lavorazioni e i suoi prodotti. Quindi non accettiamo più che inquinamento sia sempre costantemente associato ad allevamento. I dati lo dimostrano e i risultati, già ben visibili e verificabili negli ultimi anni, sono sempre in miglioramento. E poi gli agricoltori hanno la loro missione: è quella di sfamare il mondo. E oggi che siamo già 8 miliardi, non vogliono smettere di farlo. Le soluzioni sono due: o scegliete di ascoltare il vostro buonsenso e gli esempi virtuosi che vogliamo farvi conoscere, ed insieme guardiamo ai veri problemi dell’inquinamento, o scegliete di ascoltare il rumore dei pochi che ci accusano e ci costringerete a smettere di produrre cibo. Ma in questo caso, non so se conviene.

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