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Una strategia per sopprimere l’Hospice di Crema

Betty Faustinelli

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bfaustinelli@laprovinciadicremona.it

25 Marzo 2016 - 10:47

Una strategia per sopprimere l’Hospice di Crema

Dopo una fase critica, sembrava che l’Hospice di Fondazione Benefattori Cremaschi fosse stato ‘messo in sicurezza’: aveva ripreso a funzionare praticamente a pieno regime; avevo avuto modo di visionare le proposte dell’Azienda Ospedaliera di Crema al cda del Kennedy (e della RSA di via Zurla): il pacchetto pareva ben confezionato, idoneo, se attuato, ad assicurare la continuità di un servizio prezioso, come ha potuto sperimentare chiunque abbia avuto affidato un proprio familiare alle cure qualificate e premurose di un personale carico di umanità e ottimamente formato.
La ricettività, come è noto, è stata di recente incrementata, allo scopo, si diceva, di garantire l’equilibrio e la sostenibilità anche economica dell'offerta erogata: tutti vorrebbero, io penso, mantenere un ammalato nel proprio ambiente di vita; non a tutti, purtroppo, anche in presenza di cure palliative domiciliari, è dato di poter sostenere una tale condizione...
L’Hospice, quindi, continua a essere una grande risorsa. Sicuri, tuttavia, che la si voglia preservare? Io non lo sono più. La ‘saturazione’ è tornata una chimera, mi si dice! Ieri mattina... due soli degenti, pare; ieri pomeriggio...uno solo, terminale... No, così non va, non ce la raccontano giusta, c’è qualche strategia mirata a sopprimere il servizio, diversamente la situazione non si spiega: in un passato assolutamente prossimo...vi erano le liste d'attesa; cosa è cambiato? Forse è il caso che il Comune di Crema prenda contatto con Fondazione Benefattori Cremaschi per provare a capire che cosa sta accadendo a quello che è sempre stato – giustamente per altro – considerato un fiore all’occhiello, nell’ambito dei servizi offerti alla comunità cremasca dalla Fondazione. Ne ha i titoli: non dimentichiamo che il presidente di Fondazione Benefattori Cremaschi è chiamato annualmente, per prescrizione statutaria, a relazionare al cospetto del consiglio comunale cittadino, il che dice di un rapporto preferenziale che si è voluto codificare e mantenere vivo.
Antonio Agazzi
(capogruppo di Servire il cittadino in Comune a Crema)

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