L'ANALISI
01 Dicembre 2017 - 12:08
Signor direttore,
quando si parla di violenza sulle donne spesso si parla di delitto passionale ma non è una definizione accettabile. Lascia intendere che tra i soggetti coinvolti ci sia stata ‘passione’ intesa come ‘amore travolgente’. Dietro questi omicidi, ma è più corretto qualificarli come femminicidi, c’è ben altro che un amore travolgente. Al contrario, spesso c’è una assoluta incapacità di amare, c’è l’ossessione del possesso, un profondo senso di distruzione verso se stessi e verso ‘l’oggetto’ del desiderio.
Questi delitti nascono in contesti dove prevale una cultura maschilista difficile da sradicare. Il disprezzo delle donne si alimenta in molti modi, come la mercificazione del sesso, ma anche con l’adesione a religioni sessuofobiche come quella cattolica o quella islamica.
Questo non vuol dire che tutti i cattolici o tutti gli islamici siano potenziali omicidi, ma quando accadono omicidi di donne, sono in molti a cercare tra le righe della notizia, con quale modalità la vittima abbia potuto ‘contribuire’ alla propria morte, quale sia stata la sua colpa. (...)
Le scritture che i cattolici chiamano sacre sono piene di messaggi di vigliacca sottomissione della donna all’uomo, trasudano di crudeltà e di violenza contro le donne. Mi chiedo come facciano le donne ad aderire ad una religione che le considera immondizia, quale sia l’istinto che le porta a non capire, a non vedere, a subire, a non denunciare, a sopportare.
Cosa si cela dietro la sottomissione delle donne. Anche quelle che sembrano emancipate poi te le ritrovi incapaci di far valere la propria dignità, incapaci di respingere al mittente tutte le ignobili denigrazioni che legittimano moralmente la violenza, come se la società non potesse fare a meno di mantenere un equilibrio diverso da quello costruito sulla loro subordinazione di genere.
Più che istituire un Ministero per le Pari Opportunità, sarebbe auspicabile un Ministero dell’Emancipazione, con un Dipartimento per l’emancipazione maschile e un Dipartimento per l’emancipazione femminile. Un siffatto Ministero va da sé che è incompatibile con le religioni monoteiste, all’origine di tutte le violenze, non solo di genere.
Carla Corsetti
(Segretario nazionale di Democrazia Atea)
Non condivido il suo pensiero quando individua nelle religioni la causa delle violenze contro le donne. Concordo, invece, quando sottolinea che i guai arrivano da una cultura maschilista che - a mio avviso - ancora oggi impera un po’ dappertutto.
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