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Il Centro Pastorale oasi in centro sacrificata per qualche parcheggio

Betty Faustinelli

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bfaustinelli@laprovinciadicremona.it

09 Giugno 2014 - 11:48

Il Centro Pastorale oasi in centro sacrificata per qualche parcheggio

Negli anni ’60 l’attuale complesso del Centro Pastorale era di proprietà pubblica ed era adibito a reparto ospedaliero. Dapprima per le cure ai bambini e poi come ortopedia senza distinzione di età. Ricordo che passando dal vicolo degli Umiliati si notava al di là della cancellata , nell’area circostante il reparto ospedaliero e al di là della recinzione in ferro battuto, la presenza di molti alberi e tanto verde.
Ho un ricordo di quel luogo come di una piacevole oasi, insolita per un centro storico. Io e la mia famiglia siamo venuti ad abitare in codesto vicolo nel maggio del 2005 e la situazione di quel momento non era, ormai, quella succitata degli anni ’60, ma ancora apprezzabile, specie per quel filare di alberelli di 5-6 metri di altezza che delimitava la nuova proprietà con il vicolo e costituiva una quinta interposta fra gli abitanti del vicolo e il complesso del CP utile ad entrambi. Ora, non solo molti alberi sono stati abbattuti,- come la secolare e gigantesca Paulownia che troneggiava a lato dell’in gr es so del CP abbattuta per far posto a tre o quattro automobili facendomancare anche il delizioso profumo dei suoi fiori, ma anche molti di quelli ancora esistenti sono in procinto di morire di disidratazione per la sopravvenuta impermeabilizzazione del terreno ,dovuta alla realizzazione di un campo di calcio e viali cementificati. Per chi lo volesse sono visibili le pessime condizioni in cui versano almeno due tassi, semisecchi e ormai nella fase terminale della loro vita. Ciò che si vede oggi, la dove un tempo vi era un giardino con alberi è: un parcheggio di automezzi con relativo traffico in arrivo o inuscita ,un campo di calcio con dotazione di urla e imprecazioni e un parco giochi. Il tutto è ampiamente visibile per la rarefazione degli alberelli/ siepe che delimitano l’area ulteriormente ridotta dall’orrenda e tardiva potatura inflittagli. Mi chiedo come abbia potuto l’amministrazione pubblica consentire questa mutazione in una zona così centrale della città, ma non so darmi risposta logica se non quella di una accondiscendente subalternità ai desiderata della proprietà del complesso immobiliare in questione. D’al - tro canto qualche settimana fa, sempre nella zona succitata, e per precisione nel cortile del complesso di S. Maria della Pietà , laPA ha messo all’opera le motoseghe per fare scempio di alcuni alberi presenti nel cortile di fronte al Foppone. Si sarebbe potuto eseguire una potatura meno drastica e lasciare ai cittadini la vista di quelle fronde, sicuramente preferibile ai muri malconci di quella parte del vecchio complesso ospedaliero e a quella triste di monconi di tronchi; muti testimoni di chiome verdi che non vedremo più. Ma la sensibilità al rispetto e alla manutenzione conservativa del verde e delle piante è stata soppiantata dal principio assoluto della riduzione dei lavori e del contenimento dei costi da cui discende la decisione drastica di tagliare alle radici. Specie se ci si inchina dinnanzi al feticcio a quattro ruote. Da queste ragioni non si sottraggono PPAA e associazioni private.
Francesco Gerevini
(Cremona)

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