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Scossi dal Datagate, ma è storia già vista

Gigi Romani

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lromani@laprovinciadicremona.it

26 Ottobre 2013 - 15:25

Scossi dal Datagate, ma è storia già vista
Egregio direttore, l'Europa, Italia compresa, scossa dal caso Datagate, ma l’ingerenza di alcuni servizi nella vita privata dei cittadini non è un fatto del tutto nuovo. Nel congresso dell’Associazione mondiale degli scrittori (Pen International) tenutosi a Mosca nel 2000 si era affrontato ampiamente il tema e ne erano uscite delle risoluzioni presentate dai delegati, risoluzioni approvate e inoltrate alle Nazioni Unite e ai governi degli Stati interessati. Sotto accusa per il controllo delle reti telefoniche e della corrispondenza e-mail erano finiti i servizi di: Inghilterra, Russia, Usa, Cina, Vietnam, Cuba, Israele e alcuni Paesi arabi. Io ero presente a quel congresso. Si parla diffusamente del controllo satellitare della posta elettronica e delle intercettazioni. E fu proprio lo scrittore dissidente russo Grigory Pasko (ex ufficiale della marina militare) a parlarne. Ne uscì un quadro sconcertante: i Servizi riuscivano ad entrare nel sistema informatico, controllando i computer di milioni di persone a captare dati. E stiamo parlando dell’anno 2000. Da quella data sono passati ben 13 anni, compreso il famigerato 22 settembre, sul quale bisognerebbe riflettere. Il Datagate? Veramente un fatto nuovo? O qualcosa che serve in questo preciso momento di crisi del sistema americano? Non sta a me esprimere un giudizio, ma la gestione dell’informazione di lungo corso e la memoria della massa estremamente debole. Nell’era della globalizzazione quanto sta accadendo nella normalità delle cose, come l’agire, il non-agire o il perdere tempo perché qualcosa accada.
E.B.
(Cremona)

Lo spionaggio è pratica vecchia come il mondo. A lasciare stupefatti è l’evidente superiorità tecnologica degli americani, che hanno sistemi in grado di annullare le reti di protezione poste sulle comunicazioni dei capi di stato intercettati. C’è da chiedersi se sia effettivamente amico un Paese che usa questa sua superiorità in modo ostile verso gli alleati, sia che lo faccia a fini di sicurezza che per obiettivi economici. Non ci devono essere zone d’ombra cupe come questa.
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