Signor direttore, sono un cremonese, orgoglioso della sua città, padre di tre figli tutti sotto i dieci anni, lavoro come dipendente fuori provincia e anche miamoglie per motivi lavorativi effettua frequenti trasferte. Negli ultimi anni abbiamo usufruito con soddisfazione dei servizi messi a disposizione del Comune, asilo nido e scuola materna per tutti i nostri figli, sfruttando sia il tempo anticipato che il tempo pieno viste le necessità legate ai nostri impegni lavorativi. Pagando, tra l’altro, la retta massima e usufruendo delle agevolazioni previste per le famiglie con più figli. Posso confermare che i servizi messi a disposizione dal Comune, non solo per la competenza e cortesia del personale, maanche per le strutture (anche se qualcosa è sempre migliorabile) possono considerarsi una piccola eccellenza del nostro territorio. Indipendentemente dalla visione politica, credo che il Comune debba continuare a mantenere un servizio sociale indispensabile. La scelta di aumentare di molto la tariffa base invece rischia di allontanare tante famiglie e soprattutto quelle che veramente necessitano di questo servizio, perché non se lo possono più permettere. Il risultato l’ho sperimentato proprio in questi giorni, nel nido di mia figlia la sua classe ha la metà dei bambini dell’anno scorso, la sezioni lattanti non è neanche stata costituita. Concordo che sia corretto evitare che i soliti furbi abbiano accesso a tariffe agevolate, ma credo che il sistema per stanare questi ultimi potevano essere diversi.
Per esempio effettuare controlli più rigorosi sulle dichiarazioni Isee, interessando anche la guardia di finanza, oppure ampliando il numero delle fasce Isee previste, perché per esempio solo 3 e oltre i 30.000 tutti uguali? Ritengo utile ricordare alla giunta, che si è premurata di spiegare per tempo alle famiglie la ragione di tali aumenti, che noi famiglie con figli che vanno all’asilo, non siamo una piccola parte della popolazione che gode di privilegi (come riportato nella comunicazione di giugno), ma come tutti siamo cittadini civili che si riconoscono ogni giorno nelle istituzioni che ci rappresentano, pagando regolarmente i tributi che ci vengono richiesti, e che per poter vedere realizzati i propri sogni/ aspettative di vita necessitano che le istituzioni riconoscano i nostri sforzi, coadiuvandoci con servizi indispensabili come gli asili e gli ospedali per esempio. Gli asili, hanno un costo, capisco l’austerity e il patto di stabilità, ma non è che attraverso una struttura privata, che per forza oggi verrà avvantaggiata, si risolve il problema. Lo scenario verosimile che mi prospetto? Che anche gli asili privati, un domani, sfruttando il fatto che gli asili avranno un numero esiguo di posti disponibili, aumenteranno in modo sproporzionato le rette (c’è già accaduto in altre città) e magari senza garantire un servizio altrettanto efficace e funzionale, perché difficilmente controllabile. E se poi un domani quel privato non avrà più l’interesse di accudire i bambini cremonesi, che soluzioni si potranno prendere? Mi chiedo se veramente ne valeva la pena e se soprattutto non potevano esserci altre strade magari più condivise anche con noi genitori? Chiudo con un’altra curiosità: come mai ogni anno all’inizio delle scuole elementari a Cremona il servizio mensa e quindi il tempo prolungato e disponibile solo dopo una settimana dall’inizio effettivo dei corsi? La data la si conosce da tempo, ci si deve organizzare? Le famiglie come la mia per organizzarsi in modo differente devono come minimo spendere risorse oggi sempre più importanti. Nella speranza che la mia non venga intesa dalla giunta come una sterile polemica, auspico di poter avere un’adeguata risposta. Andrea Bandera (Cremona)
La questione è complessa. Il giornale in questi mesi ha dato conto delle scelte del Comune e delle proteste—sempre crescenti—dei cittadini utenti. Siamo certi che l’assessore competente vorrà intervenire per rispondere alle sue critiche e alle sue proposte.