L'ANALISI
10 Febbraio 2022 - 17:15
SAN BASSANO - Tante gente, in chiesa e fuori; tanti fiori, gli amici, i colleghi, la squadra del Crema al completo che pone la maglia sulla bara, i sindaci. E poi molte lacrime e un dolore immenso. Forse lui — Matteo Berselli, 46 anni, dal 2000 giornalista de La Provincia —, non avrebbe neanche voluto tutto questo, schivo e riservato come sempre è stato. Ma è stato giusto così, perché tutti hanno voluto rendergli l’ultimo saluto nella chiesa di S. Bassano.
Una funzione toccante, presieduta da don Ermille Berselli, fratello di Matteo, la cui preghiera si è spezzata subito. «In nome del Padre, del Figlio...» e poi quella pausa, con la voce ferma in gola, un istante che è arrivato diritto al cuore di tutti. «Matteo è stato un caro papà, un collega, un amico. È il terzo fratello che accompagno al cimitero, Matteo dopo Gabriele ed Arnaldo. Risposte io non ne ho. Mi affido al Crocifisso, ho una sola certezza: Matteo è nelle braccia di Dio».
E poi, il pensiero è andato al piccolo Raffaele, 9 anni, seduto nel primo banco accanto alla mamma Simona. «Devi essere orgoglioso del tuo papà, dal Cielo ti sarà sempre vicino».
E che la forza di una donna e di una mamma sia qualcosa di straordinario e incommensurabile lo ha dimostrato Simona. Perso il compagno di una vita e il papà del suo bambino, straziata dal dolore e stremata dalle lacrime versate, si è alzata, ha raggiunto il microfono accanto all’altare e si è rivolta così a tutte le persone in chiesa: «Spero di riuscire a dire ciò che vorrei. Matteo è stato un compagno, un papà dolcissimo. Guardo però a lui in questo momento soprattutto come uomo nel senso più elevato del termine. In una società, la nostra, permeata di ipocrisie lui è sempre rimasto fedele a se stesso anche quando è stato scomodo. Scrivere, diceva, è l’unica cosa che so fare; poterlo fare è un privilegio, così come lo è mettermi a disposizione degli altri. Ricordo — ha continuato Simona — quando si spese contro tutti per una ragazza abusata a Castelleone; o la battaglia contro la discarica di amianto. Ecco, vorrei che fosse ricordato così, per l’uomo che ha saputo essere». Un lungo applauso ha accompagnato le ultime parole».
(CON LA COLLABORAZIONE DI ELISA CALAMARI)
(FOTOGALLERY: FOTOLIVE/JACOPO ZANINELLI)
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