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Simona: "Matteo sognava che la nostra storia non finisse mai"

Le toccanti parole della compagna del nostro collega Berselli: "Era con gli ultimi, detestava il razzismo. Ora piango con Raffy". Domani l'ultimo saluto

Elisa Calamari

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redazioneweb@laprovinciacr.it

09 Febbraio 2022 - 05:20

Simona: "Matteo sognava che la nostra storia non finisse mai"

Matteo Berselli

SAN BASSANO - «In fondo tu, noi, siamo il romanzo per il quale non vorrei mai immaginare una fine»: le parole scritte in matita, con la sua inconfondibile grafia, accompagnano uno dei regali di Natale alla compagna Simona Solari. Che ieri ha stretto fra le mani quel libro – ‘Se una notte d’inverno un viaggiatore’, di Italo Calvino – e ha provato a farsi forza: per rispondere alle domande del piccolo Raffaele che ha voluto disegnare il suo papà, per ringraziare i tanti che le hanno inviato messaggi di cordoglio, per ricordare e raccontare chi era Matteo Berselli. Padre e compagno premuroso, bravo giornalista del quotidiano La Provincia, ma soprattutto un uomo giusto nel più profondo significato della parola. Strappato alla vita troppo presto, a 46 anni, da un malore che non gli ha lasciato scampo nonostante la corsa disperata in ospedale e un intervento chirurgico urgente.

Matteo Berselli insieme alla compagna Simona Solari

E' STATO IL MIO ESEMPIO

«Questo libro era uno dei suoi regali di Natale e nella prima pagina ha scritto questo pensiero – spiega Simona –: avrebbe

Avrebbe voluto che la nostra storia fosse un romanzo senza fine. Era un papà dolcissimo, molto presente

voluto che la nostra storia fosse un romanzo senza fine. Era un papà dolcissimo, molto presente. Spesso era lui a portare Raffy a scuola e qualcuno gli diceva ‘Fai il mammo?’. Lui rispondeva ‘No, faccio semplicemente il papà’. Nella vita e sul lavoro era uno che non le mandava a dire, diretto. Ma era anche uno sempre pronto a battersi contro le ingiustizie. Mi ha lasciato il suo esempio: si spendeva per gli ultimi, anche nella vita privata, detestava il razzismo e le discriminazioni. Anni fa prese a cuore la storia di una ragazza disabile abusata. Sulla questione c’era molta omertà, ma lui ha fatto di tutto per fare luce sul caso. E per quell’inchiesta fu anche premiato, come ‘Cronista dell’anno’. Ecco, Matteo era anche disposto a prendersi querele se servivano per denunciare un’ingiustizia. Per me non era solo un compagno, ma un modello di vita». Simona prova a prendere fiato, perché in queste ore anche ogni singolo respiro è fatica e dolore, poi ricorda la dedica sulla tesi di laurea in Giurisprudenza: «Ho scritto una tesi sull’equilibrio fra legge e morale, l’ho dedicata anche a Matteo scrivendo che io non sarei la persona che sono oggi se lui non ci fosse stato. Perché lui è stato, è, il mio esempio di lealtà e verità».

DOMANI I FUNERALI

L’ultimo saluto a Matteo sarà domani (giovedì 10 febbraio) alle 14.30 nella chiesa parrocchiale della sua San Bassano. E intanto già ieri, a stringersi alla famiglia, sono stati numerosi amici che hanno fatto visita alla camera ardente presso la Fondazione Vismara. «Le cose belle non muoiono», scriveva anni fa Matteo in una lettera di ringraziamento al coro dell’oratorio di San Bassano appena intitolato al fratello Gabriele. Sarà così anche per lui che di bello, di buono, tanto ha fatto e lasciato. E quel romanzo di cui non voleva immaginare la fine, continuerà a scriverlo il suo Raffy. Insieme alla mamma ma anche insieme al papà, che vivrà sempre in lui.

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