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Luca Stefanelli: "Una ‘Passeggiata’ con Palazzeschi"

Ciclo di incontri culturali “Palazzeschi e dintorni"

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08 Aprile 2024 - 17:14

Luca Stefanelli: "Una ‘Passeggiata’ con Palazzeschi"

Venerdì 3 maggio nella sala Puerari del Museo Civico alle 17 si terrà il terzo incontro del ciclo "Palazzeschi e dintorni" organizzato dall'Associazione degli ex alunni del Liceo-ginnasio “D. Manin”, in collaborazione con la delegazione cremonese AICC (Associazione Italiana di Cultura Classica, riconosciuta dal Ministero dell’Istruzione come Ente formatore ed erogatore di corsi di aggiornamento) in occasione del 50° anniversario della morte dell'autore.

Con questa iniziativa gratuitamente aperta al pubblico ci si propone dunque di sollecitare una riflessione critica su Palazzeschi, ma anche su un più variegato panorama storico-culturale, rivolgendosi, in particolare, agli insegnanti per il loro aggiornamento e agli studenti liceali – soprattutto ai maturandi, che non sempre ‘incontrano’ in modo completo il Novecento nel loro percorso scolastico. Agli uni e agli altri, se iscritti e presenti al corso, sarà rilasciato un attestato di partecipazione valido per gli usi di legge. Tutti gli incontri saranno come sempre liberamente aperti anche a chiunque fosse interessato ai temi trattati.

Venerdì 3 maggio sarà Luca Stefanelli, (Università di Pavia) a proporre “Una ‘Passeggiata’ con Palazzeschi: tra flâneurs, nuovi media, schegge di modernità.” A partire dalla poesia “La passeggiata”, pubblicata nella raccolta L'incendiario (1905-1909), il relatore si propone di esplorare una serie di temi e di questioni centrali nell’estetica moderna, in campo letterario ma anche nell’arte, nella musica, nel cinema. In particolare Stefanelli parlerà della valorizzazione del non-senso, dell’errore, del caso,  che riceve un impulso significativo anche dalle nuove tecnologie audiovisive di registrazione-riproduzione, secondo l’acuta lettura di uno dei più interessanti teorici contemporanei dei media, Fiedrich Kittler: il lapsus; l’impiego dell‘’oggetto trovato’ (objet trouvé, Duchamp) nelle arti visive e del rumore in campo musicale (a partire perlomeno dai “suoni della natura” di Mahler); la poetica delle ‘intermittenze del cuore’ in Proust (“l’universo nella tazza da tè”) o l’Odissea formato ventiquattrore di Joyce. In tutti questi casi, citati a titolo di esempio, viene meno la capacità (o meglio la volontà) dell’individuo di porsi come organizzatore-demiurgo del ‘senso’, mentre si afferma il principio della flânerie (Baudelaire, Benjamin, Walser): la passeggiata vagabonda, cioè, che non si assoggetta a percorsi preordinati e si lascia andare alla deriva, esponendosi al disordine, all’imprevisto, all’insignificante.

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