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LE ZOOTECNICHE 2025

Ottant'anni di Fiere... e la storia continua

Otto decenni di Italia agricola che cambia pelle ma non vocazione: dal Foro Boario a Cà de’ Somenzi una traiettoria gloriosa al servizio degli allevamenti e degli allevatori. Il valore di un lavoro collettivo

Riccardo Maruti

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rmaruti@laprovinciacr.it

28 Novembre 2025 - 15:06

CREMONA - Ottant’anni di fiere, ottant’anni di Italia agricola che cambia pelle ma non vocazione. Dal Foro Boario annerito dal fumo dei diesel ‘testa calda’ ai padiglioni luminosi di Cà de’ Somenzi, dove oggi i trattori seguono algoritmi e sensori più che l’istinto dei vecchi meccanici. Una traiettoria lunga quasi un secolo che proprio ieri, sul ring delle campionesse, ha trovato il suo momento di sospensione: uno sguardo indietro per capire quanto sia stato lungo il cammino.

Davanti alla ministra del Turismo Daniela Santanchè – seduta sotto le luci che accendono la grande arena zootecnica – sul maxischermo è partito il video celebrativo. Prima le foto in bianco e nero: il complesso di via Mantova stracolmo di bovine, il brusio degli allevatori. Poi la visita di Sandro Pertini il 24 settembre 1982: strette di mani, sorrisi, il presidente che accarezza il muso di una frisona come fosse un’icona di un’Italia che produce.

Il presidente della Repubblica Sandro Pertini in fiera il 24 settembre del 1982


Poi i colori ultravividi degli ultimi anni: l’arena che vibra di tecnologia, sensori, luci, droni.
Pur sempre Fiera, ieri come oggi. Il resto è un filo che tiene insieme tutto: una storia gloriosa «al servizio degli allevamenti e degli allevatori», come ha ricordato il presidente di CremonaFiere Roberto Biloni. Quel filo comincia da un foglio datato 7 febbraio 1963. ‘Costituzione dell’Ente Autonomo Manifestazioni Fieristiche di Cremona’: quattro firme in calce – Maffei, Galantini, Vernaschi, Mondini – a sancire una svolta. La Fiera non è più solo un appuntamento, diventa casa. Un luogo riconosciuto, stabile, con un progetto preciso: valorizzare il settore primario in una provincia che già allora era capitale indiscussa dell’allevamento.

1948: la fiera zootecnica al Foro Boario. Quello spazio non basta: arriva la svolta

Subito si capisce che il vecchio Foro Boario non basta più. Gli spazi sono stretti, inadatti a una manifestazione che cresce a ogni edizione: lo constata anche il ministro Mario Ferrari Aggradi in una visita che diventa spartiacque. Servono nuovi padiglioni. Il Comune individua l’area di Cà de’ Somenzi e la vende all’Ente Fiera per la cifra simbolica di mille lire. L’operazione è tutt’altro che semplice: ostacoli amministrativi, risorse da trovare, carte da incastrare. Ma la città ci crede. E ci crede il sistema degli enti, dalla Camera di Commercio alle amministrazioni pubbliche. Intanto, nel 1972 Cremona ospita la Conferenza mondiale della Frisona, prima volta in Italia: è il riconoscimento formale della leadership allevatoriale cremonese.

1961: Piero Mondini attraversa gli stand in fiera è un’immagine che racconta un’epoca 

Così quel lavoro collettivo e tenace finalmente arriva al traguardo nel 1977: i nuovi spazi sono pronti e all’inaugurazione arrivano in diecimila. Un bagno di folla che sembra un plebiscito.
La Fiera diventa allora un crocevia nazionale. Qui si discute di zootecnia e di agricoltura quando il Paese sta cambiando modello produttivo. Anno dopo anno, padiglione dopo padiglione, Cremona diventa un luogo dove si decide, si innova, si forma. Fino ad arrivare a oggi: 200mila metri quadrati di superficie, secondo polo fieristico della Lombardia, cuore pulsante delle Fiere zootecniche internazionali. Un anniversario che profuma di futuro ma non dimentica il passato.

Santanchè, al centro del ring delle campionesse, augura «buon compleanno» alla Fiera. Poi sorride, perché è già stata invitata all’edizione numero 81 per dimostrare la sua abilità di mungitrice: «Ho imparato da bambina – racconta –, seduta su uno sgabello».
L’anno prossimo, la festa continuerà. Proprio qui, dove tutto è cominciato.

1984: Bettino Craxi in fiera a Cremona, cuore anche politico della zootecnia italiana

PIETRO MONDINI: IL PIONIERE

29 dicembre: Piero Mondini spegnerà 103 candeline. A Castelverde, nella Cascina Cantarane dove è nato e dove ha scelto di restare, vive uno degli artefici silenziosi della modernità agricola cremonese. Un uomo che ha orientato il destino dell’allevamento locale senza mai alzare la voce, usando invece la forza della visione e di una diplomazia naturale, quasi innata.

Pietro Mondini

Mondini ha attraversato ruoli chiave come fossero tappe di un unico percorso: presidente della Camera di Commercio, anima dell’Associazione provinciale allevatori, firmatario dell’atto costitutivo della Fiera di Cremona, amministratore comunale a Castelverde. Ma la sua influenza più profonda non è nei titoli, bensì nel modo in cui ha saputo guidare, ispirare, convincere. Mai una tessera di partito, eppure una capacità unica di suggerire direzioni alla politica grazie al pensiero limpido, al garbo, a quel sorriso mite che apriva porte e smorzava tensioni.

Roberto Biloni

Pioniere generoso, padre nobile di iniziative che hanno dato forma all’agricoltura cremonese, Mondini è stato anche figura cardine della Libera. Giovedì, al centro del ring zootecnico, il presidente di CremonaFiere Roberto Biloni lo ha celebrato con parole di gratitudine, seguito dall’applauso del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. Per festeggiarlo, CremonaFiere ha diffuso uno scatto del 1961: Mondini che attraversa le stalle e gli stand con passo sicuro e sguardo acceso. Un’immagine che racconta un’epoca in cui la zootecnia era soprattutto orgoglio e rispetto — per gli animali, per chi li cura e per la terra che sostiene tutto.

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