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Forum con Cottarelli: «Sì alla pace fiscale, no al solito condono. Cari giovani, votate»

L’economista cremonese, candidato per il Pd, a tutto campo: «No alla flat tax, sì alla crescita dei salari con il taglio del cuneo. Troppa burocrazia, assurdo dover certificare che si rispetta la legge»

Massimo Schettino

Email:

mschettino@laprovinciacr.it

20 Settembre 2022 - 05:25

CREMONA - «Dai mercati finanziari ai mercati rionali». Carlo Cottarelli cita sorridendo l’ironia della moglie Miria per raccontare il suo impegno in campagna elettorale. E aggiunge, diventando serio: «Stando fra la gente si raccolgono molti spunti e si impara molto. I politici dovrebbero farlo più spesso». E negli ultimi giorni gli appuntamenti si susseguono: «Voglio essere molto presente. Sono candidato anche su Milano, ma io ci terrei molto ad essere eletto nel collegio Cremona-Mantova, sarei orgoglioso e di venire scelto dai miei concittadini a rappresentarli. Sarebbe un onore e posso promettere che comunque non farò mancare il mio impegno».


Accompagnato dal consigliere regionale del Pd Matteo Piloni, l’economista cremonese, ex direttore del dipartimento Affari Fiscali del Fondo monetario internazionale ed ex mister Spending review, ha fatto tappa ieri pomeriggio alla redazione de La Provincia, dove ha risposto alle domande del direttore Marco Bencivenga e di Massimo Schettino.


I SONDAGGI


«Non ho i sondaggi e se anche li avessi non li guarderei per ché per me non cambia niente: io ci metto il massimo impegno. Se uno gareggia, corre guardando avanti, non gli avversari». Da Cottarelli arriva anche un appello ad andare a votare: «Altrimenti decidono gli altri. E non è vero che gli schieramenti sono tutti uguali. Centrodestra e centrosinistra non sono uguali e rappresentano due mondi: il sovranismo contro l’europeismo e l’apertura. Il centrosinistra vuole tagliare il costo del lavoro riducendo il cuneo fiscale e il centrodestra vuole abbassare le tasse con un meccanismo che premia i redditi più alti. Il centrosinistra vuole continuare con il Pnrr, che sta funzionando e il centrodestra vuole modificarlo. Il centrosinistra vuole un’Europa con istituzioni più forti e il centrodestra le vuole più deboli». Con Mario Draghi siamo stati in grado di far sentire la nostra voce in Europa ». Cottarelli spiega anche che «qualche volta ho votato scheda bianca, ma sono sempre andato ai seggi».

CARO ENERGIA


«Tre cose da fare: innanzitutto ci sarà un nuovo intervento, un Aiuti 3 da 15 miliardi. C’è la questione dello scostamento di bilancio. È vero che noi ci siamo impegnati ad abbassare il deficit, ma se ci fosse in vista il rischio della recessione, non sarà un dramma se questo aumenterà. Del resto il debito sta diminuendo per effetto dell’inflazione. La seconda cosa da fare è il tetto al prezzo per l’acquisto del gas. Putin potrebbe chiudere i rubinetti, ma abbiamo comunque le risorse per passare l’inverno. La terza linea di intervento è la più semplice: sganciare il prezzo dell’energia prodotta dal gas da quello dell’energia prodotta dalle rinnovabili, che sono il 40% e il cui costo non è cresciuto. Noto intanto che solamente l’annuncio di un tetto al prezzo di acquisto del gas ne ha già causato un calo». A Salvini che esorta Draghi a pensare alle bollette oltre a parlare di pupazzi (di Putin), Cottarelli replica: «Alle bollette Draghi ci pensa, eccome. E ha già messo 50 miliardi di euro. Per il resto, di solito i ministri di altri Paesi non vanno in giro indossando magliette con la faccia di Putin».

LAVORO E FISCO

«Ciò che tiene alto il costo del lavoro è il cuneo fiscale. E la proposta del Pd è di tagliarlo. La strada è quella di accollare allo Stato una parte dei contributi sociali. Si tratta di una questione importante perché il peso della tassazione, in particolare sul lavoro, in Italia è più alto della media europea. Ma la soluzione vera, in realtà, è di avere un Paese che cresce molto di più di quanto fatto negli ultimi anni. Tagliare il cuneo fiscale è la nostra principale proposta economica. Dall’altra parte il centrodestra propone la flat tax, in diverse versioni, con cui tanto più il reddito è alto, quanto più alto è lo sconto A regime, con la flat tax al 15% il taglio di tasse per chi ha un reddito di 600 mila euro sarebbe 112 volte più alto di quello di chi ha un reddito di 30 mila. Che poi subirebbe i tagli dei servizi pubblici che alla fine sarebbero necessari per finanziare la flat tax. Nella versione della Lega, infatti, questa riforma costerebbe un sacco di soldi: almeno 60 miliardi». Meno impattante la proposta di Fratelli d’Italia che taglierebbe solo l’incremento di reddito, «ma non tutti sanno che la proposta è solo per un anno, poi torna la vecchia aliquota: se lo scopo è introdurre un cambiamento, dovrebbe essere stabile. La flat tax era stata introdotta in 15 Paesi d’Europa, tutti dell’Est. Ma l’hanno mantenuta solo 8: si può dire che se la conosci la eviti».


Sul capitolo fisco c’è poi l’annuncio di Matteo Salvini di una nuova pace fiscale: «A me la parola fa venire in mente il condono. In ogni Paese ci sono provvedimenti individuali per i contribuenti che non riescono a pagare le tasse. Quelli generali si chiamano condoni. Occorre poi anche vedere l’origine del problema: se uno non paga perché non riesce o perché ha provato a fare il furbo. Trattare entrambi allo stesso modo è sbagliato. Ma del resto non ci si deve stupire del centrodestra. Da qui infatti viene il peggior condono, fatto da Tremonti e Berlusconi. Quello scudo fiscale che ha consentito a chi ha aderito di restare anonimo».

Monica Zilioli, ex sindaco di Persico Dosimo, e Carlo Cottarelli


PENSIONI


«Attenzione a parlare di allungamento della vita media, perché studi americani e ora anche europei dimostrano che questo fenomeno è legato al reddito: vive più a lungo chi guadagna di più. Dunque quando si discute di età pensionabile occorre tenerne conto, considerando anche i lavori usuranti». Quanto ai riflessi sul mondo del lavoro, non sono convinto che ritardare il pensionamento blocchi l’accesso dei giovani. I posti di lavoro non sono un numero chiuso, ma in un’economia sana si creano. Il problema principale in Italia è che è difficile investire. E questo è un altro motivo per cui il Pnrr è così importante». C’è poi il tema del pensionamento della generazione del baby boom e della sostenibilità dei conti dell’Inps: «Non è una novità e il fatto è incorporato nelle previsioni della Ragioneria di Stato. Ma la condizione è che il Paese cresca e che aumenti la produttività. Per questo servono investimenti del capitale pubblico, del privato e del capitale umano. Una combinazione di soldi e di riforme».


BUROCRAZIA


«Fra i disincentivi all’investimento c’è prima di tutto l’alto livello di tassazione, su cui stiamo cercando di intervenire con il taglio del cuneo fiscale. Poi c’è la burocrazia, il peggiore dei peccati mortali: le piccole e medie imprese spendono ogni anno 35 miliardi per compilare dei moduli. Le amministrazioni devono semplificare. L’autocertificazione? Ma in realtà ce n’è troppa anche di quella. Si chiede di auto-certificare anche cose perfettamente inutili: come è possibile che uno debba dichiarare di stare rispettando la legge, ossia una cosa ovvia? Da parte di una certa burocrazia sembra esserci una vera passione per i documenti. Infine l’ultimo disincentivo agli investimenti è la lentezza della giustizia civile. E nel Pnrr è prevista la riduzione del 40% entro il 2026 della durata media dei processi. Per parte mia io cercherei di accelerare questa riduzione, ma è comunque importante che per la prima volta venga fissato un obiettivo».


IL PNRR


«Nel programma del centrodestra c’è l’intenzione di rivedere il Pnrr. Ma a parte il fatto che l’Italia si è assunta un impegno, ci sono anche delle difficoltà oggettive. L’articolo 21 del regolamento approvato dai 27 spiega che gli obiettivi si possono modificare solamente se l’azione individuata diventa impossibile per circostanze oggettive. Si può eventualmente modificare il regolamento, ma serve l’accordo dei 27 e la vedo difficile. A cosa servirebbe poi impelagarsi in una discussione a livello Ue su questo, quando nessuno nel centrodestra spiega cosa c’è esattamente di sbagliato nel Pnrr. Inoltre c’è anche un rischio. La Bce ha deciso l’utilizzo dello scudo anti-spread per difendere i Paesi sotto l’attacco della speculazione con l’acquisto senza limiti di titoli di Stato. Per questo la Bce ci ha dato 350 miliardi in due anni, come acquisto di titoli italiani. E l’acquisto continuerà. Ma la condizione per lo scudo è che lo Stato membro che ne beneficia sia a posto con tutte le regole, fra cui il Pnrr».


DENATALITÀ E IMMIGRAZIONE


«Una generazione di 500 mila persone è stata sostituita da quella successiva, di 250 mila. La denatalità è un problema serissimo. Il caso della mancanza di medici è noto, ma fra poco mancheranno anche ingegneri, infermieri e altre figure specializzate. Occorre incentivare la natalità con misure ad hoc, come il welfare, gli asili nido, l’allungamento dei congedi. Ma per raggiungere l’obiettivo serve del tempo. Il tasso di fertilità e di 1,24 e va portato perlomeno a 2, ma anche così il calo continuerà per altri anni. Serve quindi una vera politica dell’immigrazione. Se ne parla poco e la si confonde con gli sbarchi e i barconi. Ma occorrono canali legali di immigrazione, con persone in regola e che magari conoscano anche la lingua. Nelle Rsa, ad esempio, importiamo infermieri dall’America Latina e dalla Romania, ma c’è l’ostacolo della lingua. Nel biennio 2019-2021 abbiamo perso 500 mila persone in età lavorativa. Una perdita compensata in parte dalla maggior partecipazione al lavoro, oggi al 60%. Ma serviranno sempre più persone specializzate. Non si può sempre improvvisare, occorre una riflessione seria. Altro che blocco navale, il miglior modo di bloccare l’immigrazione clandestina è quello di creare canali regolari. Occorre fissare dei flussi, la Lega quali proposte ha avanzato su questa necessità? L’immigrazione poi contribuisce alla crescita economica del Paese. Al netto delle rimesse, con cui l’Italia degli emigranti ha campato nel secolo scorso, chi lavora qui regolarmente acquista beni e servizi qui, paga tasse e contributi qui e contribuisce a produrre ricchezza qui».


REDDITO DI CITTADINANZA


«Parole che Conte si poteva risparmiare, frasi da evitare». Così Cottarelli commenta le scintille fra Giuseppe Conte e Matteo Renzi. L’ex premier nei giorni scorsi aveva attaccato così Renzi: «Venga senza scorta a parlare con i cittadini a parlare ed esporre le sue idee. Dica che in Italia non serve un sistema di protezione sociale. Venga a dirlo e non si nasconda». E Renzi aveva replicato: «Conte sei un mezzo uomo, abbi il coraggio di fare un confronto civile, questo è un linguaggio da mafioso della politica». Quanto al tema, «il Reddito di cittadinanza va riformato. Ovviamente vanno colpiti gli abusi, ma soprattutto esiste uno squilibrio fra il sostegno ai single e quello alle famiglie numerose. Quando fu approvato era stata infatti costruita una scala di equivalenza a partire dai 780 euro che erano una bandiera ideologica. Ma in quel modo il costo del provvedimento sarebbe stato di 15 miliardi. Però ce n’erano solo 9 e quindi hanno deciso di tagliare i fondi per le famiglie numerose pur di mantenere i 780 euro come misura di riferimento. Negli altri Paesi queste misure sono gestite a livello locale, in maniera differenziata».

I CONTI PUBBLICI

Giulio Tremonti ha spiegato in un’intervista che da prossimo ministro delle Finanze farà l’opposto di quanto fatto da Draghi: «Ma quando era lui ministro ha fatto cose completamente sbagliate. Quando siamo entrati nell’euro avevamo la possibilità di sistemare una volta per tutte i nostri conti pubblici. All’inizio degli anni Duemila avevamo un avanzo primario (ossia la differenza fra spesa pubblica ed entrate al netto del costo del debito) pari al 3,5% del Pil, Con le giuste politiche nel giro di pochi anni avremmo azzerato il debito. L’economia cresceva e i tassi erano bassi: era quello il momento di intervenire, stringendo la spesa e mettendo il fieno in cascina. nel 2008 è arrivato lo choc mondiale e siamo diventati il Paese con il secondo debito pubblico al mondo. E lui rivendica la stretta monetaria, con tre manovre nello stesso anno. Ma tu devi stringere quando le cose vanno bene. Non lo hanno fatto e sono stati costretti a farlo nella crisi esponendo il Paese alla speculazione. E così il centrosinistra ha dovuto trovare una soluzione agli errori della destra».


SANITÀ


«Della Sanità si parla forse un po’ di meno, ma il motivo è che un piano di rilancio di quella territoriale ora c’è. Ed è, ancora una volta, nel Pnrr. Del tema mi sono occupato perché, non è un mistero, si è parlato di una mia candidatura alle Regionali. Sono quindi andato a vedere come funzionano i servizi lombardi. Al momento comunque non c’è nulla di concreto su una mia candidatura e penso solo alle Politiche».


GIOVANI


«I giovani sono pochi e se non fanno sentire la loro voce le politiche vengono decise in favore degli anziani. Per questo dico che devono farsi coinvolgere maggiormente dalla politica e devono andare a votare».


INFRASTRUTTURE


«Prima di pensare al Ponte di Messina, che è nero su bianco nel programma del centrodestra, occorre occuparsi dei treni e delle reti locali».


INTER E CREMONESE


«Vincere le elezioni, vedere la Cremo salva e l’Inter tornare a lottare per lo scudetto. Fra questi traguardi quello su cui sono più pessimista è il terzo: non si può andare avanti per due anni a non mettere soldi e aspettarsi grandi risultati».

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