L'ANALISI
VERSO LE ELEZIONI: IL VIDEO
19 Settembre 2022 - 16:37
CREMONA - Lavora tra Milano e Washington, ma i natali e la residenza sono a Cremona. L'economista Carlo Cottarelli, candidato alle elezioni di domenica con il Partito Democratico, è ospite nella redazione de La Provincia e risponde alle domande del direttore Marco Bencivenga.
Professore, lei ha già ricoperto ruoli di rilievo anche a livello internazionale, ma è la prima volta che scende in campo nella politica. Cos'ha "imparato" dalla campagna elettorale?
«Bisogna rimboccarsi le maniche - commenta sorridendo -. Anche prima facevo una vita intensa, ora si è aggiunto un 15% di cose in più, come ad esempio andare nei mercati rionali. Mia moglie mi prende in giro dicendo che sono passato dai mercati finanziari a quelli rionali, ma questo è quello che deve fare un politico: stare in mezzo alla gente, camminare, prendere la metropolitana o i treni Cremona-Milano, almeno una volta alla settimana. Si imparano tante cose».
Ha un ricordo particolare della campagna elettorale?
«Quando ho iniziato ad andare nei mercati rionali a Milano, in mezzo alla gente che ti riconosce e ti viene a parlare. Questo primo contatto è stato molto bello e lo ricorderò con piacere».
Questa è stata una campagna veloce e alcuni dicono che i giorni decisivi sono gli ultimi. Qual è la sua strategia di comunicazione e di approccio agli elettori di questi ultimi giorni?
«Quello che voglio fare è essere presente sul territorio di Cremona-Mantova. Qualcosa faccio anche a Milano, ma tengo molto ad essere eletto nel collegio di Cremona perché è la mia città e sarebbe un orgoglio rappresentarla».
Molti suoi colleghi fanno grandi promesse. Lei non ne fa?
«Le promesse ci sono: quelle generali sono i programmi del Partito Democratico e di +Europa, su cui io stesso ho lavorato. A livello personale mi impegnerò a rappresentare questo territorio se avrò l'onore di essere eletto a Cremona-Mantova».
C'è un rischio altissimo di astensionismo. Se lei dovesse convincere gli indecisi, o quelli che considerano i politici tutti uguali, ad andare a votare cosa direbbe?
«Non siamo tutti uguali. Uno dei temi di questa campagna elettorale del Pd è proprio la scelta tra un Paese nazionalista e sovranista e un'Italia aperta, che vuole l'Europa e che non si vuole ritirare nei propri confini, ma che sia in grado di far sentire la propria voce in Europa, sulla scia di Draghi. L'immagine che ho in mente è quella del treno per Kiev con Italia, Francia e Germania che vanno insieme e che non vanno con Orban».
Domenica si voterà in un solo giorno e rischia di esserci, in contrapposizione all'astensionismo, una compressione dei seggi. Se dovesse fare una previsione: immagina più le urne vuote o il caos e le code?
«Se posso fare una battuta direi che dipende dal meteo. La mia speranza è che più gente possibile vada a votare. Delle volte nella mia vita ho votato scheda bianca, ma alle urne ci sono sempre e comunque andato. Votare non è solo un diritto, è un dovere».
L'INTERVISTA COMPLETA SU LA PROVINCIA DI DOMANI
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