L'ANALISI
IL MEDICO RISPONDE: IL VIDEO
14 Maggio 2023 - 05:20
CREMONA - Nuovo appuntamento con la rubrica «Il medico risponde»: il protagonista è il dottor Sandro Tonoli, direttore della UOC (Unità operativa complessa) di Radioterapia e Medicina nucleare dell’Ospedale di Cremona. «La radioterapia in ambito post operatorio per i tumori mammari è una pratica essenziale in quanto riduce le recidive locali e quindi contribuisce al miglioramento della sopravvivenza specifica in questo tipo di malattia. Senza la radioterapia non potremmo avere interventi conservativi».
Quando si deve irradiare la mammella sinistra, più in generale la parete toracica sinistra, oppure le regioni linfonodali limitrofe, esiste un rischio aumentato di tossicità tardiva da un punto di vista cardiovascolare: «Dei fattori di rischio preesistenti, quali diabete, ipertensione, fumo, ipercolesterolemia, creano una predisposizione di base alla tossicità cardiovascolare - afferma il dottor Tonoli -. Anche la dose ricevuta dal cuore, per la geometria del paziente, può condurre a un aumento del rischio negli anni successivi».
Nell’Asst di Cremona vengono trattati annualmente circa 220-230 pazienti in seguito a un intervento di quadrantectomia e mastectomia e più della metà sono stati trattati per un tumore a sinistra: «Ci sono tecniche che consentono di ridurre la dose ricevuta dal muscolo miocardico e migliorare sensibilmente i risultati in termini di riduzione del rischio - spiega il dottor Tonoli -. All’Ospedale di Cremona abbiamo da un anno un nuovo acceleratore lineare al quale è stato associato anche uno strumento di riconoscimento della superficie corporea del paziente, ossia una scansione tridimensionale. Il tecnico di radiologia può così riprodurre con una precisione pressoché millimetrica la posizione del paziente durante la terapia. Questa tecnologia ci permette di utilizzare anche la metodica di controllo del respiro. Fisiologicamente inspirando profondamente il cuore si allontana dalla parete toracica, rendendo più facile così l’irradiazione. Se noi acquisiamo una Tac in fase di inspirazione e ripetiamo la stessa situazione durante il trattamento avremo il cuore più lontano dal bersaglio, con una minore dose ricevuta dal cuore stesso. Una metodica semplice, intuitiva, che ci aiuta a migliorare la terapia».
E infine: «Le apparecchiature fanno tanto, ma il fulcro rimane sempre quello delle risorse umane. Più una metodica diventa complessa maggiori sono le necessità di controlli di qualità da parte del personale tecnico, fisico e medico».
La rubrica - in collaborazione con l’Asst di Cremona - tratta tutte le settimane un argomento specifico con l’aiuto di uno specialista e può essere ascoltata sul sito del giornale o sul suo canale YouTube.
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