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Crema - Teatro San Domenico

Meri Lao al caffè letterario lunedì 26 maggio

Autrice amata da Umberto Eco, nella sua vita straordinaria ha conosciuto Pablo Neruda, e lavorato con Astor Piazzola e Federico Fellini

Betty Faustinelli

Email:

bfaustinelli@laprovinciadicremona.it

19 Maggio 2014 - 12:27

Meri Lao

Crema - Teatro San Domenico

(ingresso libero, caffè e pasticcini offerti a tutti)

"Meri Lao, vissuta molto in America Latina e per il resto del mondo, ha scritto molto, purché il tema dei suoi saggi non fosse troppo normale. Così, dopo alcuni libri sul tango (documentatissimi) uno sulle sirene e un altro sulle canzoni rivoluzionarie dell'America latina, ora per i tipi DigiSet (23 euro) ci offre un libro il cui titolo impedisce ai maligni di fenire maniacale la sua passione: Dizionario maniacale del sette". Sono parole tratte da una 'Bustina di Minerva' che Umberto Eco - solitamentre restio a parlare delle opere letterarie altrui - ha interamente ed eccezionalmente dedicato a questo saggio 'non troppo normale' che gli appassionati di letteratura di Crema avranno modo di sentire raccontato direttamente dall'autrice: Meri Lao, saggista, commediografa, pianista, compositrice, cantautrice, infatti, è la protagonista della prossima serata del Caffé Letterario: intervistata da Luciana Cisbani, lunedì prossimo, 26 maggio, sarà al teatro San Domenico (ingresso libero, caffè e pasticcini offerti a tutti, come da tradizione).

Il 'Dizionario' contiene 707 voci e copiose immagini a colori che rintracciano la presenza del numero 7 nelle civiltà più distanti del pianeta. Elenchi sgranati di 7 famosi e di 7 poco conosciuti si intrecciano, apportando nuove possibilità combinatorie e inattesi significati. In rigoroso ordine alfabetico si vede il 7 passare dall'insetto alle costellazioni e attraversare la geografia, la matematica, la letteratura, l'arte, la musica, la religione, la scienza, la storia, la psicologia, la retorica, i linguaggi, le fiabe, i giochi, le tradizioni popolari, lo sport, i fumetti, i manga, il cinema. Le poesie e le canzoni sul tema del 7 figurano nella loro lingua originale.

La vita e gli incontri di Meri Lao sono assolutamente straordinari. Trascorre la prima infanzia a Buenos Aires, poi a Montevideo dove già viveva uno zio campione di nuoto e possessore di una biblioteca “esoterica”, paradossale pungolo per la formazione di quella bambina che da allora sarà immersa in buone letture, buon teatro, buon cinema, buona musica. L'Argentina e l'Uruguay, in prima linea e in prima fila negli anni 1930-50 nei settori delle politiche sociali e dell'istruzione, richiamavano il meglio degli artisti e degli uomini di cultura. A 17 anni conosce Pablo Neruda e poco più che adolescente si impegna nel giornale «Italia Libera» e nella «Voce Italiana», programma radiofonico di cui cura la rubrica letteraria e musicale. Sono quelli anni formativi in cui Meri impara a tradurre, testimoniare, andare in scena, insegnare ed esercitare la critica, quella critica indignada, umoristica, sarcastica che sarà una delle sue cifre stilistiche. Eternamente in viaggio tra Parigi, America Latina e l'appartamento di Trastevere, dove l'amicizia con Astor Piazzolla (che affida a lei la scrittura di tutti i suoi programmi di sala in Italia e in Svizzera) inaugura uno dei filoni principali della sua sfaccettata produzione artistica: quella dedicata al tango. Sul genere musicale rioplatense scrive nel 1975 Tempo di tango (La storia, lo sfondo sociale, i testi, i personaggi, la fortuna e il revival).

A partire dagli anni '70, l’appassionata poliedricità di Meri si concentra su temi legati alle donne; nel 1976 fa scalpore il suo Musica strega. Per la ricerca di una dimensione femminile nella musica, ritenuto il primo gender's study in materia. E sarà proprio un suo laboratorio di vocalità femminile legata al gesto ad attirare l'attenzione di Federico Fellini, allora in cerca di “femmine mostruose” per La città delle donne. L'amicizia con Fellini (che userà la sua canzone Una donna senza uomo come elemento drammaturgico scatenante una nota sequenza) ha su Meri un forte valore maieutico: la porta infatti a interpretare se stessa in una scena del film e la stimola al contempo ad avviare quella ricerca sulle Sirene di cui è oggi una delle maggiori esperte mondiali.

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