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Tratto da una storia vera

Un angelo maledetto del rock ha ispirato l'ultimo romanzo di Manticone

Gigi Romani

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lromani@laprovinciadicremona.it

16 Novembre 2013 - 18:19

Un angelo maledetto del rock ha ispirato l'ultimo romanzo di Manticone

Bertrand Cantat, l'ex leader dei Noir Desir

'Marsiglia blues'
di Andrea Monticone
881 Editore - pagine 256, € 16,90
È ispirato
alla storia di Bertrand Cantat, l'ex leader dei Noir Desir
condannato e incarcerato (poi liberato con sconto di pena) per
l'omicidio della sua compagna, l'attrice Marie Trintignant, il
nuovo romanzo del giornalista Andrea Monticone, un esperto di
cronaca nera e giudiziaria. Il libro esce proprio mentre
Cantant, tornato in libertà, ha ripreso ad incidere dischi.
   I nomi sono diversi, così come diversi tratti della vicenda,
ma al centro c'è sempre un angelo maledetto, Bruno Lucien
Serrat, nel libro di Monticone, leader di un gruppo rock
francese, una vocazione all'autodistruzione e la ricerca perenne
di qualcosa, sospeso tra Nick Cave e Serge Gainsbourg e Bertrand
Cantat, di cui ripercorre la storia. Serrat ingaggia Joe, uno
specialista del blues per suonare nel suo gruppo e a condividere
applausi, successo e anche droghe, sesso ed esaltazione.
La tragedia irrompe nelle loro esistenze con la morte di
Marguerite La Blanche, la bella attrice e cantante compagna di
Serrat. Il quale è accusato del suo omicidio e fugge, si sottrae
alla legge, scoprendo l'eccitazione del suo essere latitante,
gode della sensazione di impunità, senza rimorsi, senza
sentimenti. Chi si divora nei sensi di colpa, invece, è Joe che
tenta di aiutare Serrat incontrando una galleria di personaggi
tra cui l'avvocato che vive in un lussuoso barcone sulla Senna,
ritiratosi dopo aver difeso per anni criminali e terroristi, ma
anche un ex legionario alcolizzato e un rapinatore di banche in
pensione che sogna l'Africa. Tutti personaggi alle prese con le
proprie colpe, vere o presunte, che cercano di sconfiggere o
sopportare come possono. Il romanzo si sonda tra Milano e la
Marsiglia «puttana del Mediterraneo» dove lo fa arrivare Bruno
Lucien Serrat, fino a Parigi, passando per la Bretagna e la
Versilia e la Puglia nella fuga senza sosta di Serrat che si
conclude in una Venezia soffocante e vischiosa, dove è più
facile scomparire e annullarsi. La narrazione è accompagnata da
una vera e propria colonna sonora, con i versi di alcune canzoni
che intitolano significativamente ogni capitolo. Monticone, nato
a Torino nel 1972, è giornalista professionista e lavora tra
Torino e Milano. Tra i suoi libri «Il pigiama insanguinato» (con
Giovanni Falconieri) sul caso di Annamaria Franzoni  e i romanzi
noir «Il falsario di Porta Palazzo» (2008), «Il Boia di Torino»
(2010), «Favola nera» (2012 con Rocco Ballacchino) incentrati
sulla figura dell'ufficiale dei carabinieri Gabriele Sodano.
È ispirato alla storia di Bertrand Cantat, l'ex leader dei Noir Desir condannato e incarcerato (poi liberato con sconto di pena) per l'omicidio della sua compagna, l'attrice Marie Trintignant, i lnuovo romanzo del giornalista Andrea Monticone, un esperto dicronaca nera e giudiziaria. Il libro esce proprio mentre Cantant, tornato in libertà, ha ripreso ad incidere dischi.   I nomi sono diversi, così come diversi tratti della vicenda, ma al centro c'è sempre un angelo maledetto, Bruno Lucien Serrat, nel libro di Monticone, leader di un gruppo rock francese, una vocazione all'autodistruzione e la ricerca perenne di qualcosa, sospeso tra Nick Cave e Serge Gainsbourg e Bertrand Cantat, di cui ripercorre la storia. Serrat ingaggia Joe, uno specialista del blues per suonare nel suo gruppo e a condividere applausi, successo e anche droghe, sesso ed esaltazione. La tragedia irrompe nelle loro esistenze con la morte di Marguerite La Blanche, la bella attrice e cantante compagna di Serrat. Il quale è accusato del suo omicidio e fugge, si sottrae alla legge, scoprendo l'eccitazione del suo essere latitante, gode della sensazione di impunità, senza rimorsi, senza sentimenti. Chi si divora nei sensi di colpa, invece, è Joe che tenta di aiutare Serrat incontrando una galleria di personaggi tra cui l'avvocato che vive in un lussuoso barcone sulla Senna, ritiratosi dopo aver difeso per anni criminali e terroristi, maanche un ex legionario alcolizzato e un rapinatore di banche inpensione che sogna l'Africa. Tutti personaggi alle prese con le proprie colpe, vere o presunte, che cercano di sconfiggere o sopportare come possono. Il romanzo si sonda tra Milano e la Marsiglia «puttana del Mediterraneo» dove lo fa arrivare Bruno Lucien Serrat, fino a Parigi, passando per la Bretagna e la Versilia e la Puglia nella fuga senza sosta di Serrat che si conclude in una Venezia soffocante e vischiosa, dove è più facile scomparire e annullarsi. La narrazione è accompagnata da una vera e propria colonna sonora, con i versi di alcune canzoni che intitolano significativamente ogni capitolo. Monticone, nato a Torino nel 1972, è giornalista professionista e lavora tra Torino e Milano. Tra i suoi libri «Il pigiama insanguinato» (con Giovanni Falconieri) sul caso di Annamaria Franzoni  e i romanzi noir «Il falsario di Porta Palazzo» (2008), «Il Boia di Torino» (2010), «Favola nera» (2012 con Rocco Ballacchino) incentrati sulla figura dell'ufficiale dei carabinieri Gabriele Sodano.
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