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Cremona

ChiavediBacco

Ottima cucina e intrattenimento di classe al Museo del Violino

Gigi Romani

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lromani@laprovinciadicremona.it

29 Maggio 2013 - 14:55

ChiavediBacco
E’ il locale più trendy di Cremona, frequentato da gente di ogni età che ne apprezza lo stile, la cucina e l’ambiente. Siamo alla ChiavediBacco, il ristorante ricavato nello spettacolare salone all’ingresso dello storico Palazzo dell’Arte, sapientemente ristrutturato per ospitare il Museo del Violino. Il nome, azzeccato, è uno degli ingredienti, non il più importante, del successo del nuovo locale di Luca Casari ed Elena Pellegri che hanno messo a frutto i nove anni trascorsi al Barbacco, alle ‘due colonne’. Quello è stato il trampolino di lancio. Da lì sono decollati per atterrare in questa nuova, impegnativa realtà. ChiavediBacco conserva l’anima della brasserie e del bistrot. La richiama nell’arredo minimalista e nel menu che propone piatti impegnativi accanto a soluzioni semplici e informali, adatte soprattutto a un gusto giovane. Qui si viene per la colazione, per un aperitivo, per uno spuntino; l’ambiente invoglia a restare ben oltre i tempi canonici di un pranzo o di una cena. Il contesto ben s’adatta alle riunioni di lavoro, alle tavolate tra amici o in famiglia. Quando il tempo lo consente, ai sessanta coperti della sala si aggiungono i posti all’aperto, dov’è piacevole indugiare, magari godendosi uno degli spettacoli organizzati dai titolari. Il dopo-concerto all’Auditorium avrà nel ChiavediBacco la sede naturale e ideale. L’impronta di Luca ed Elena è netta e inconfondibile. La si riconosce anche nel menu, rispettoso della tradizione e dei prodotti del territorio, e al contempo innovativo. Ai fornelli comanda Luca, affiancato da Gabriella e Antonio. In sala Elena è la regista. Il menu è prevalentemente di terra, ma prevede una pregevole offerta di piatti di mare. Provate gli ottimi salumi, il risotto con gorgonzola e crema di broccoli, il tagliolino fresco con gamberi e capesante, gli gnocchi di patate al pomodoro e basilico, i marubini ai tre brodi. Tra i secondi, meritano la segnalazione il filetto di San Pietro con olive taggiasche, pachino e capperi, il moscardino in umido con polenta fresca, la spadellata di pollo con citronette di agrumi su insalatina, la tagliata di petto d’anatra sfumata al porto, il guanciale di vitella in umido con polentina, le costolette d’agnello al forno con puré di patate, il filetto T-bone black gold con patate al forno. Ottima la selezione di salumi e formaggi, anche d’alpeggio. Pregevoli i dolci. In cantina un centinaio di etichette per tutte le tasche.
(Provato il 10 maggio 2013)
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