L'ANALISI
Le nostre paure al centro della commedia
11 Febbraio 2015 - 15:25
Teatro San Domenico
Piazza Trento e Trieste
Crema
Ore 21.00
I vicini
Le nostre paure al centro della nuova commedia di Fausto Paradivino
di Fausto Paravidino
regia Fausto Paravidino
scene Laura Benzi
costumi Sandra Cardini
luci Lorenzo Carlucci
musiche Enrico Melozzi
con Fausto Paravidino, Iris Fusetti,
Davide Lorino, Monica Samassa,
Sara Putignano
TEATRO STABILE DI BOLZANO
Fausto Paravdino
«Lui sente dei rumori provenire dal pianerottolo. Cercando di non farsi sentire va a guardare dallo spioncino. I rumori cessano. Ritorna al suo posto. Quando Greta torna a casa glielo dice, mentre lei non c’era lui ha visto i vicini. Com’erano? Lui non sa dire, vedere non è capire, però ne ha paura. Perché? E chi lo sa, se sapessimo esattamente di cosa abbiamo paura, probabilmente paura non ne avremmo. Lui ha paura dei vicini. Per-ché? Non lo sa. E Greta? Greta no. Greta non ha nessuna paura dei vicini. Anzi, non vede l’ora di farne la conoscenza, lei ha paura della vecchia. Che vecchia? La vecchia che vede di notte. La vicina. La vicina che c’era prima che arrivassero i nuovi vicini. La vicina che c’era prima di morire. è un sogno? Non è un fantasma? Se non è viva e non è un sogno si suppone che sia un fantasma, lui, come la maggior parte delle persone che non li vedono, non crede ai fantasmi, Greta, come la maggior parte delle per-sone che li vedono, sì, un po’ ci crede. I vicini non sembrano affatto peri-colosi. Una sera si incontrano persino, tutti e quattro. Quella sera succe-dono cose strane, però non spiacevoli, bene. Solo che la notte la vecchia ricompare. Lei ha sempre più paura, lui ne ha sempre meno, ormai lui va d’accordo coi vicini, si vedono di nuovo. I vicini sono molto cambiati. In peggio. Perché?
I vicini è una pièce sulle nostre paure. Sulle nostre paure immaginarie, sulle nostre paure reali. Sulle nostre paure reali che sono le nostre paure immaginarie. èuna pièce su noi stessi, sugli altri, su noi stessi e gli altri, sui vicini lontani, sulla guerra, su quello che è reale, su quello che è immaginato, su quello che è reale perché è immaginato. Un po’ come certi fantasmi, un po’ come certo teatro.»
Con queste parole Fausto Paravidino presenta il suo nuovo testo teatrale che, ancora una volta, metterà in scena in prima mondiale a Bolzano, in una produzione del Teatro Stabile. Casa, famiglia, coppia, intrecciate nelle tensioni della nostra realtà quotidiana, sono i temi attorno ai quali si dipana la commedia umana di questo giovane e allo stesso tempo straordinariamente maturo uomo di teatro. Paravidino, con la sua vena apparentemente inesauribile di autore raffinato e interprete sensibile, riesce a farci ridere e piangere di noi stessi in un rito liberatorio che ci riporta al senso originario del teatro stesso.
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