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Il parroco: «Nel testamento pensate anche alla parrocchia»

Appello di don Maggi per il tetto della chiesa. Reazioni contrastanti: «Bene», «Prima i nostri figli»

Luca Luigi Ugaglia

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23 Dicembre 2022 - 22:09

Il parroco: «Nel testamento pensate anche alla parrocchia»

SESTO - «Nelle ultime volontà potreste pensare anche alla chiesa di Sesto». È la proposta dell’arciprete don Enrico Maggi che da mesi, con fiducia, ma anche tanto coraggio, ha imboccato la strada lunga e tortuosa di restaurare il tetto della parrocchiale e rimettere al loro posto le statue della facciata. Spesa di 1 milione 114.325 euro. Le offerte dei fedeli, però, stanno arrivando con il contagocce e per di più il debito da estinguere, invece di diminuire, rischia di aumentare per colpa dei continui imprevisti.

«Un lascito testamentario – spiega il sacerdote – scriverebbe una pagina nuova nella nostra avventura. Non è un pensiero banale, né così strano: da sempre chi ha amato la propria famiglia parrocchiale ha capito il valore della generosità che continua per il bene delle future generazioni e chi ha possibilità piccole o grandi può scegliere di restare in famiglia anche dopo essersi congedato dalla vita, è un gesto di amore che seminerà ancora tanto bene».

Don Enrico Maggi


La notizia, pubblicata sul giornalino parrocchiale, farà sicuramente discutere. «Don Enrico fa bene — afferma un pensionato — sono d’accordo con lui; chi magari ha un gruzzoletto consistente in banca e non ha eredi diretti potrebbe davvero farci un pensierino perché i suoi averi servirebbero per una giusta causa». «Non so che tipo di riscontro avrà questa iniziativa — si chiede invece un’altra residente – perché quelli che una volta si chiamavano i benefattori oggi sono rari, ma non è mai detta l’ultima».

C’è anche chi invece la pensa diversamente: «Il parroco deve usare i soldi della parrocchia e farseli dare da chi li ha, noi viviamo in un mondo in cui tutto ha un costo e se riusciamo a mettere via qualcosa dobbiamo prima di tutto lasciarlo ai nostri figli perché hanno davanti un futuro nero e ne avranno bisogno». Iniziato a metà giugno, il cantiere procede a passo spedito. I muratori dell’impresa Musoni, sotto gli occhi vigili dell’architetto Guido Chiari dello Studio Archidue di Cremona, hanno realizzato più del 60% dei lavori, ultimando la copertura di tutta la navata centrale e della zona dell’abside.

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