L'ANALISI
02 Febbraio 2021 - 07:00
CAPE CANAVERAL, 1. — Un gigantesco boato ha salutato ieri notte la partenza del razzo Jupiter-C che ha portato nella sua orbita intorno alla terra il primo satellite artificiale degli Stati Uniti. L'angosciosa attesa di tutta una nazione è terminata alle 22.48 locali, corrispondenti alle 4,48 ora italiana. L'entusiasmante spettacolo del grande razzo lungo 23 metri che si alzava verticalmente dopo essere stato sotto la bianchissima luce dei riflettori a lungo e dopo 15 secondi di mortale silenzio, è di quelli che i tecnici addetti alla base di Cape Canaveral non dimenticheranno più. Quando il pulsante che dava il «via» al razzo è stato premuto, lo Jupiter-C si è alzato lentamente ed ha acquistato gradualmente velocità con il naso puntato diritto verso il cielo. La grande sfida scientifica tra Stati Uniti e Russia era portata nelle immense solitudini degli spazi siderali.
L'ANNUNCIO
È stato il Presidente Eisenhower alle una di questa notte (circa le 7 ora italiana) a dare lo storico annuncio al Paese: «Il dott. Wallace Joyce, direttore dei servizi dell'anno geofisico internazionale alla fondazione nazionale delle scienze, mi ha appena informato che gli Stati Uniti hanno realizzato con successo il lancio di un satellite scientifico sulla sua orbita. Il satellite è stato posto su questa orbita da un razzo Jupiter-C modificato. Tale lancio è uno degli elementi della partecipazione del nostro Paese all'anno geofisico internazionale. Tutte le informazioni ottenute dal satellite saranno prontamente messe a disposizione della comunità scientifica del mondo».
IL RAZZO
Lo «Jupiter-C» era costituito da quattro stadi: il primo, formato da un missile «Redstone» modificato opportunamente, si è staccato due minuti dopo il lancio, dopo aver fornito tutta la sua spinta propulsiva alle altre tre sezioni che continuavano la loro navigazione verso lo spazio. Una a una, le altre due sezioni del razzo si sono staccate, fino a quando l'ultima di tali sezioni ha dato l'ultima spinta al satellite che entrava così nell'orbita attorno al globo. Nella silenziosa solitudine degli spazi extra atmosferici, il satellite, battezzato «Explorer» (esploratore) cominciava le sue rotazioni intorno al pianeta.
IL SATELLITE
L'«Explorer» ha la forma di un proiettile da fucile, del diametro di circa quindici centimetri e lungo due metri, compreso il rivestimento dell'ultimo stadio del razzo. (Il vero e proprio satellite, misura 90 centimetri). Il «pacchetto» degli strumenti, installati all'estremità anteriore è lungo circa 75 centimetri, ed il satellite pesa 13 chili e 365 grammi.
STRUMENTI
Il satellite è dotato di una serie di strumenti di misurazione di altissima precisione destinati a fornire informazioni sulla temperatura alla superficie del satellite, sulla sua temperatura interna, sugli effetti di erosione dovuti alla polvere cosmica, e infine sui raggi cosmici. L'elemento principale di questo laboratorio in miniatura destinato alla misurazione delle radiazioni cosmiche è un contatore Geiger-Mueller.
IL NOME
Il satellite è stato chiamato «Explorer» ma a titolo giornalistico; invece gli scienziati del mondo chiamano il satellite americano «1958 Alfa» in base ad un accordo tra gli scienziati sovietici e quelli americani. In base ad esso, i futuri satelliti saranno denominati con l'anno e l'ordine in cui saranno stati lanciati in quell'anno.
LA FAMIGLIA
La famiglia dei razzi tipo «Jupiter» discende dalla V-2 tedesca che bombardò l'Inghilterra negli ultimi tempi della seconda guerra mondiale. Diversamente dagli altri razzi, il «Jupiter» non balza impetuoso dalla piattaforma di lancio ma si stacca relativamente piano e ascende via via che la forza di propulsione aumenta. Nel satellite vi sono assai più strumenti di quanti non ve ne siano nel satellite del «Vanguard». Il satellite dell'Esercito era stato costruito originalmente per compiere rilevamenti su raggi cosmici per conto dell'Università dello Stato dell'Iowa. Tutti gli strumenti sono avvolti in un involucro di gomma piuma.
Superati gli Sputnik in velocità ed altezza
L'«Explorer» americano supera i due «Sputnik» sovietici in due caratteristiche: la velocità e la altezza che raggiunge. Per quanto riguarda il peso invece, il primato sovietico non è stato battuto. Lo «Explorer» gira intorno alla Terra ad una velocità massima di 19.000 miglia all'ora, secondo i dati forniti dagli scienziati americani. La velocità massima raggiunta dallo «Sputnik» n. 1 fu di 18.000 miglia all'ora. Lo «Sputnik» n. 2 viaggia ad una velocità di 17.480 miglia all'ora. L'orbita ellittica dell'«Explorer» ha una distanza massima dalla Terra di 2.000 miglia, circa il doppio di quella dello «Sputnik» n. 2, che raggiunse una distanza massima dalla Terra di 1.056 miglia. Lo «Sputnik» n. 1 raggiunse una distanza massima di 560 miglia. Lo «Sputnik» n. 2 pesava 1.118 libbre, e quello n. 1 poco più di 184 libbre, mentre l’«Explorer» pesa solo 29,7 libbre. Quanto al carburante, gli scienziati americani hanno affermato che ne è stato usato uno «fuori del comune». Anche per i satelliti sovietici, secondo alcune voci, si sarebbe usato un nuovo tipo di carburante.
Il prof. William H. Pickering, direttore del laboratorio di
propulsione a reazione presso il Politecnico di Pasadena
in California, mostra l'ogiva del satellite con il relativo
supporto cilindrico che doveva essere poi lanciato con
il razzo a quattro stadi «Jupiter C».
Ad Huntsville, nell'Alabama, tecnici della Sezione Missili Balistici
dell'Esercito americano fissano il satellite all'ultimo stadio del missile
a quattro stadi «Jupiter C». Questa parte del razzo-vettore con il satellite,
è stata poi portata a Cape Canaveral, nella Florida.
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