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1 febbraio 1972

Irlanda: la Bloody Sunday

L'IRA giura di vendicare i 13 morti di Londonderry

Annalisa Araldi

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aaraldi@publia.it

01 Febbraio 2021 - 07:00

Irlanda: la Bloody Sunday

LONDRA, 31. - Un incidente tanto grave quanto insolito ha caratterizzato questo pomeriggio, alla Camera dei Comuni, la seduta del Parlamento nel corso della quale il ministro dell'Interno Reginald Maudling ha fatto una dichiarazione, a nome del Governo, sui sanguinosi incidenti di ieri nel quartiere cattolico di Bogside a Londonderry, dove sono stati uccisi 13 giovani civili.

La deputatessa Bernadette Devlin (24 anni), la quale rappresenta uno dei collegi dell'Ulster al Parlamento inglese ed è una nota esponente del Movimento per i diritti civili dell'Irlanda del Nord, ha dapprima insultato Maudling e lo ha accusato di mentire, poi ha attraversato di corsa l'emiciclo, lo ha aggredito e lo ha percosso ripetutamente afferrandolo anche per i capelli, fino a quando è stata immobilizzata da alcuni deputatati e trascinata fuori dall'aula.

Bernadette Devlin ha compiuto il suo gesto — dinanzi al quale la Camera è rimasta per qualche istante come paralizzata dalla sorpresa — dopo che lo «speaker» le aveva ingiunto di astenersi dall'interrompere il discorso di Maudling. La giovane deputatessa dell'Ulster aveva rivendicato il diritto di parlare, in quanto sarebbe stata l'unico membro della Camera inglese ad assistere di persona agli avvenimenti di ieri a Londonderry, ma il Presidente della Camera, Selwyn Lloyd, aveva escluso l'esistenza di un tale diritto.

Il ministro dell'Interno, prima del clamoroso incidente (la Devlin lo ha anche insultato qualificandolo come «ipocrita assassino» e «mentitore»), ha annunciato che, quanto prima, sarà costituita una commissione indipendente di inchiesta incaricata di far luce sui fatti di Londonderry e più precisamente sia sulla sparatoria (conclusasi con la morte di 13 persone) sia sulla manifestazione (non autorizzata) da cui la tragedia ha tratto origine. Descrivendo i fatti di ieri, il ministro ha ribadito la versione secondo cui i soldati inglesi si trovarono esposti a spari provenienti da un blocco di fabbricati, mentre avanzava per arrestare alcuni promotori di disordini rispondendo al fuoco deliberatamente diretto contro di essi — ha proseguito Maudling — i militari «hanno inflitto numerose perdite a quanti li attaccavano con armi da fuoco o con bombe».

Maudling ha affermato che l'esercito inglese si trovava ieri a Londonderry per coadiuvare il potere civile nella applicazione della legge contro quello che ha definito un deliberato tentativo di violare la stessa legge.

Egli ha quindi convenuto con il capo dell'opposizione, l'ex Primo ministro Wilson, il quale aveva affermato che gli avvenimenti di ieri accrescono la necessità di trovare nell'Irlanda del Nord una soluzione politica.

Le truppe britanniche nell'Ulster, a quanto si è appreso sono state poste da stamane in stato di «massimo allarme», in previsione di rappresaglie da parte dell'«IRA» per quella che e stata chiamata «la domenica nera» (in ricordo della sanguinosa Pasqua del 1917, durante l'insurrezione di Dublino). Ieri sera l'«IRA» aveva fatto sapere che le tredici vittime di Rossville Flats, a Bogside, sarebbero state vendicate una per una. È stato attribuito, inoltre, al comando dell'«IRA» di Londonderry l'ordine ai propri uomini di «sparare per uccidere» contro i militari inglesi in qualsiasi occasione.

Sette sacerdoti cattolici che erano presenti ieri sera nel Bogside, teatro della sparatoria di Londonderry, hanno accusato oggi, in termini lenti e categorici, l'esercito britannico di essere l'unico responsabile del dramma.

In una dichiarazione comune i sette sacerdoti affermano: «Noi accusiamo il colonnello del reggimento dei paracadutisti di omicidi deliberati. Accusiamo il comandante delle forze terrestri britanniche di complicità. Accusiamo i soldati di avere sparato senza discriminazione contro una folla in fuga e di avere goduto dello spettacolo dei feriti, di avere impedito ai morenti e ai feriti di ricevere l'aiuto medico e spirituale che veniva loro portato».

La dichiarazione afferma quindi che non è vero che siano stati sparati colpi d'arma da fuoco contro le truppe prima che queste attaccassero e che uno o alcuni dei morti fossero armati.

Dal canto suo il colonnello Maurice Tugwell, dello Stato Maggiore britannico a Londonderry, ha dichiarato che quattro dei tredici uomini uccisi ieri, domenica, a Londonderry erano ricercati dalle forze dell'ordine. Il colonnello ha poi dichiarato che «è assolutamente ridicolo affermare che nel quartiere non vi fossero dei franchi tiratori» e che «questi franchi tiratori non abbiano aperto il fuoco».

Proseguono intanto gli attentati.

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