L'ANALISI
10 Dicembre 2020 - 07:00
Un'unica moneta nell'Europa 2000
Storica decisione dal vertice incorso a Maastrich
MAASTRICHT — L'Urss, fin qui uno dei perni della stabilità mondiale, è in agonia, mentre sul polo opposto del Vecchio continente nasce un nuovo impero, l'«Unione europea», da ieri riunita in questo crocevia per l'incontro dei popoli, delle culture e delle economie che è Maastricht. Nella sala del vertice, si discute dell'unione delle economie e delle politiche dei «Dodici» della Cee e il clima è colmo di ansia per la sorte di Gorbaciov, per le armi nucleari rimaste in Ucraina e per le immani incertezze che colorano di nero il futuro dell'ormai ex-Unione Sovietica.
«Il rischio per la distruzione violenta dell'Urss è serio», ha detto Major. Immediato il contatto con Mitterrand per concordare una linea congiunta e cercare di sollecitare il presidente americano Bush per un vertice a tre urgente.
Ma un «summit» Mitterand-Bush-Major, non piace agli altri europei che si vedono scavalcati dalle potenze nucleari dell'Occidente, indicando la Nato come la sede adatta per parlare del nucleare sovietico. Si sono riuniti anche i direttori politici delle diplomazie dei «Dodici», con l'intento di preparare un documento sempre sulla scomparsa dell' Urss e sui compiti che in queste ore spetterebbero all'«Unione europea» per salvaguardare la stabilità del continente e per evitare che la fine dell'Urss accenda le fiamme di un'altra guerra in Europa. Le notizie che filtrano dal vertice parlano dello smarrimento degli europei. Giovedì prossimo, emissari dei «Dodici» dovranno recarsi a Kiev per accertarsi che l'Ucraina resti fedeli agli obblighi internazionali dell'Urss sul disarmo. Sembra, inoltre, prendere corpo l'ipotesi di un appoggio della Cee alla candidatura di Shevardnadze; nel caso che Gorbaciov risulti definitivamente «bruciato».
Intanto, procede inesorabilmente il processo dell'Unione politica, economica e monetaria tra i Paesi della Cee. Si parla ormai di un processo irreversibile: si prevede un accordo, a voto di maggioranza qualificata, per la conclusione della seconda fase dell'unione economica prevista per la fine del 1996. Scaduto quel termine, quindi, secondo la proposta di Mitterrand e Andreotti, approvata da tutti, l’Unione economica e monetaria sarà applicata comunque: in tutta l'area della Cee un unica moneta, l'Ecu. Da spendere a Roma come a Parigi, a Colonia come a Granada, dall'Aja come alle isole greche di Cefalonia: l'unico segno del vecchio sistema monetario sarà, ad esempio per l'Italia, la presenza di un piccolo ritratto di Michelangelo accanto al simbolo europeo; il suo valore, però, sarà quello stesso stabilito dalla Banca centrale della Cee per tutti i Paesi dell'area dell'Ecu.
La moneta unica e una Banca centrale, insieme con l'unificazione dei mercati e delle dogane, saranno la novità clamorosa dell'economia futura della Cee che comunque entrerà in vigore dal 1° gennaio 1999. A condizione che siano superate le resistenze britanniche e, in misura minore, quelle danesi. Major ha difeso ancora ieri con vigore la propria opposizione nei confronti di qualsiasi iniziativa della Cee che comprometta la sovranità britannica sulla sterlina e sull'economia del Regno Unito.
Urss, firmato l’atto di morte
Russia, Ucraina, Bielorussia: nasce la Comunità slava
Gorbaciov non ci sta
MOSCA — Colto di sorpresa dalla firma dell'accordo che crea una comunità di Repubbliche slave e che, di fatto, segna la fine dell'Unione Sovietica, il presidente Gorbaciov ha giudicato inaccettabile tale sviluppo e si è pronunciato per la convocazione di una sessione straordinaria del Congresso dei deputati del popolo, la massima istanza dello Stato sovietico. Un gruppo di deputati ha già iniziato la raccolta delle firme necessarie per ottenere la convocazione dei Congresso. Gorbaciov non ha d'altra parte escluso il ricorso ad un referendum nazionale per determinare la nuova forma che dovrà assumere l'ex-Urss. Per Gorbaciov, l'accordo firmato presso Brest dalle tre Repubbliche slave dell'Urss (Russia, Ucraina e Bielorussia), è una inaccettabile posizione individuale dei presidenti di tale Repubbliche. I documenti che decretano la morte dell'Urss e la nascita di un 'Commonwealth' di Stati indipendenti — sostiene il presidente sovietico —debbono essere sottoposti ai parlamenti delle Repubbliche, così come è stato fatto per il tormentato progetto di trattato dell'Unione. Questo trattato dovrebbe sostituire quello che nel 1922 diede vita all'Unione sovietica, ma la sua sorte, già prima molto problematica, appare drammaticamente segnata dall'accordo stipulato domenica dai presidenti Boris Eltsin, Leonid Kravciuk e Stanislau Shushkievic. Intanto, anche il presidente dell'Armenia, Levon Ter Petrosian, ha dichiarato che anche la sua Repubblica potrebbe aderire alla comunità di Stati indipendenti.
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