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27 giugno 1967
Nuovo attentato in Alto Adige, preparato con freddezza e ferocia: le mine antiuomo hanno dilaniato e ucciso quattro militari italiani e ferito un quinto. Al Senato il ministro dell'Interno Taviani ha espresso la sua viva indignazione per il nefando crimine compiuto dai «neonazisti» nell'alto Cadore.
Taviani ha affermalo che gli autori del misfatto sono i figli spirituali, e forse non soltanto spirituali, del carnefici di Dachau e di Mathausen, la cui tradizione di barbarie continua perpetrarsi sempre per gli stessi miti anacronistici e orripilanti».
«Il Governo — ha poi aggiunto — non si è mail illuso che la lotta contro il neonazismo non sia lunga e difficile: essa ha comportato e comporterà sacrifici. Ma non si illudano neppure i criminali. La volontà dell'Italia è ferma ed inflessibile, costante, con ogni mezzo, nella vigilanza e nella repressione».
Nella foto tre delle vittime: il capitano del C.C. Francesco Gentile, il sottotenente dei paracadutisti Mario Di Lecce e il sergente paracadutista Olivo Dordi.
Dopo il vertice di Glassboro coh Johnson Kossyghin torna a Mosca passando per Cuba
E il mondo attende i fatti
Praticamente gli elementi positivi emersi o concordati nello storico incontro sono il riconoscimento dell'utilità del colloquio, il proposito di continuare il dialogo sia direttamente sia attraverso i ministri degli Esteri e infine una concordanza di atteggiamenti su un tema, quello della non proliferazione nucleare - Per Vietnam e Medio Oriente posizioni ancora assai distanti - Le prossime settimane dovranno dirci se Glassboro è stato veramente utile alla causa della distensione e della pace
NEW YORK. 26. — Kossyghin, assieme al suo seguito, è partito questa mattina da New York per Cuba: una destinazione «a sorpresa» la cui scelta è stata certamente dettata dal desiderio di dimostrare che lo «spirito di Glassboro» non ha minimamente alterato le mete ideali e pratiche del governo sovietico.
Allo stesso proposito dimostrativo veniva attribuita dalla maggioranza dei commenti la durezza di tono delle brevi dichiarazioni fatte all'atto della partenza, durezza che già ieri sera aveva caratterizzato la conferenza stampa tenuta dal «premier» sovietico all'ONU.
L'inclinazione generale è di supporre che questi gesti e parole di Kossyghin non rappresentino un'indicazione attendibile delle sue vere disposizioni d'animo, e questo anche se si accetta l'indicazione fornita oggi dall'addetto stampa della Casa Bianca Christian, che cioè Kossyghin non ha presentato nei suoi incontri con Johnson un volto più conciliante di quello mostrato alla conferenza stampa di ieri sera e nuovamente stamani.
23 Giugno 2020
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