Cerca

Eventi

Tutti gli appuntamenti

Eventi

30 gennaio 1959

I cremonesi hanno “scoperto” la Rodesia

Lettere dall’Africa, continente dell’avvenire

Annalisa Araldi

Email:

aaraldi@publia.it

30 Gennaio 2019 - 07:00

I cremonesi hanno “scoperto” la Rodesia

Un semplice operaio vi guadagna 150 mila lire al mese e in pochi anni può crearsi una posizione. Nella nuova "terra promessa" vivono cento nostre famiglie che vi hanno trovato lavoro, pane e prosperità

L'emigrazione europea è  uno dei fenomeni più sensibili e naturali del ventesimo secolo.
Negli ultimi 50 anni il Vecchio Continente, saturo di abitanti ed a corto di risorse, ha cercato uno sbocco verso cui convogliare un quantitativo sempre più rilevante di manodopera eccedente. Nei primi cinque lustri dei secolo questo sbocco si è chiamato America del Nord; la massa degli emigranti europei (specialmente quelli di origine latina) si è poi riversata nella parte meridionale del continente americano. Nell'ultimo dopoguerra, la «terra promessa» è stata l'Australia. Ultimamente gli europei (e specialmente gli italiani) «hanno scoperto» l'Africa.

Il  «Continente Nero», con i suoi immensi territori ancora deserti ed incolti e con le sue enormi ricchezze da sfruttare, si presenta come una vera e propria terra dell'avvenire.

La Rodesia è uno dei territori di più recente acquisizione; questa grande regione, vasta quattro volte l'Italia ed abitata da 4 milioni di individui, si sta rivelando come una autentica terra del miracolo; la enorme possibilità di assorbimento che essa offre ha irresistibilmente attratto decine di migliaia di italiani, impiegati poi nei più differenti lavori, gran parte di essi lavorano alla grande diga (sarà una delle più capaci del mondo) che si sta edificando sul corso del fiume Zambesi; altri, sono occupati in officine per la costruzione di macchine agricole; altri ancora vengono impiegati nell'approntamento della rete ferroviaria che collegherà le più importanti città che stanno sorgendo od ampliandosi un poco in ogni dove. Attualmente la Rodesia ospita anche un centinaio di famiglie cremonesi provenienti da Rivolta  d'Adda, Pandino, Trescore Cremasco, Spino d'Adda, Pizzighettone, Soncino, Castelverde, Camisano, Bordolano, Casalmaggiore, Robecco d'Oglio, Piadena, Gussola e da altre località minori.

La storia di questi nuclei familiari cremonesi è identica: il padre, spinto dal desiderio di cercare per i propri cari un avvenire migliore, ha firmato un contratto quinquennale di lavoro e si è «imbarcato nell'avventura»; dopo un anno od al massimo due, ha chiamato la famiglia: segno, questo, che aveva trovato ciò che cercava.

I particolari della vita di queste nostre famiglie, trapiantate ad 8 mila chilometri dal suolo cremonese, ci sono stati forniti dalle lettere che uno degli emigrati, il signor Daniele C., ha scritto ai genitori.

Il contratto  (comune anche a tutti gli altri emigrati in Rodesia) era abbastanza allettante: le 200 sterline della spesa per il viaggio (350 mila lire circa) venivano anticipate dalla società che lo aveva assunto. L’emigrato avrebbe ammortizzato metà del debito con trattenute rateali sulle sue competenze; se avesse mantenuto fede ai suoi impegni alla scadenza dei cinque anni, la restante metà sarebbe stata liquidata a titolo di premio dalla società stessa. Inoltre le metà delle spese per il viaggio per il ricongiungimento dei familiari sarebbe stata a carico della società, la quale si impegnava inoltre a mettere gratuitamente a disposizione della famigliola un alloggio moderno e dotato di tutte le comodità.

Le promesse vennero puntualmente mantenute; Daniele C. impiegò qualche tempo ad ambientarsi (più per la nostalgia dei familiari e del «paesello» che per altro) e poi si trovò completamente a suo agio; lavorò coscienziosamente accaparrandosi la fiducia dei superiori tanto da venir promosso caposquadra; liquidò le rate del suo debito per il viaggio e risparmiò.
Quando, un anno dopo, scrisse alla moglie di raggiungerlo, Daniele aveva messo da parte il necessario per arredare la casa che avrebbe ospitato lui ed i suoi cari.

Ora, a poco più di due anni dalla sua partenza, l'emigrato non ha una lira di debito; ha una casetta come sempre aveva desiderato di avere, sobriamente arredata e con tutte le comodità moderne, dal frigorifero alla cucina elettrica; il clima è salubre ed il vitto ottimo, tanto che i due suoi figli crescono sani e gagliardi; la moglie, infine, è felicissima ed ha scritto ai suoi delle lettere traboccanti di entusiasmo per la sua nuova sistemazione. Tutto procede insomma nel migliore dei modi.
Daniele C., che in precedenza non aveva posseduto che una bicicletta, pensa ora di comperare un'automobile per le gite di fine settimana: che si vuole di più? 

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su La Provincia

Caratteri rimanenti: 400

Prossimi Eventi

Mediagallery

Prossimi EventiScopri tutti gli eventi