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3 gennaio 1954

Iniziano ufficialmente le trasmissioni televisive, su un unico canale, della Rai-Radio Televisione Italiana

L'esortazione di Papa Pio XII

Annalisa Araldi

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aaraldi@publia.it

03 Gennaio 2019 - 07:00

Iniziano ufficialmente le trasmissioni televisive, su un unico canale, della Rai-Radio Televisione Italiana

CITTA' DEL VATICANO,  2. — Con la data del 3 gennaio il Pontefice ha indirizzato all'Episcopato d’Italia una «esortazione» circa la televisione. Pio XII prende lo spunto dell’inizio delle regolari trasmissioni televisive in Italia per sottolineare  che l’evento pone una nuova serie  di problemi delicati ed urgenti di ordine  morale, di presenza vigile ed attiva e di organizzazione anche in questo campo.

«Anzitutto — dice il Papa — riconosciamo  pienamente il valore di questa luminosa conquista della scienza, essendo nuova manifestazione delle mirabili grandezze di Dio, il quale ha dato all'uomo la scienza allo scopo di essere onorato nelle sue meraviglie.

Il Papa così prosegue: «Non è difficile rendersi conto degli innumerevoli vantaggi della televisione, qualora sia commessa al servizio dell'uomo per il suo perfezionamento. Mentre, infatti, in questi ultimi tempi il cinematografo, lo sport, nonché le dure necessità del lavoro quotidiano tendono ad allontanare sempre più dalla Chiesa i membri della famiglia, turbando in tal modo il naturale svolgimento della vita domestica, come non rallegrarci nel vedere la televisione contribuire efficacemente a ricostituire questo equilibrio, offrendo all'intera famiglia la possibilità di prendere insieme questo svago, lontano dai pericoli di compagnie e luoghi malsani? Né possiamo rimanere indifferenti di fronte al benefico influsso che la televisione è in grado di esercitare sotto l'aspetto sociale in relazione alla cultura, alla educazione popolare, all'insegnamento scolastico ed alla vita stessa dei popoli, i quali mediante questo strumento saranno certamente aiutati a meglio conoscersi e comprendersi e ad elevarsi all'unione cordiale e ad una maggiore reciproca collaborazione.

A noi piace tuttavia soffermarci in modo particolare sulla parte che la televisione non mancherà certamente di avere nella diffusione del messaggio evangelico. Chi potrà prevedere quali e quanti orizzonti, nuovi si apriranno all'apostolato cristiano quando le stazioni televisive, diffuse in ogni parte del globo, permetteranno a tutti di contemplare ancor meglio la vita pulsante della Chiesa?

Noi amiamo pensare che allora si rinsalderanno ancor più i vincoli spirituali della grande famiglia cristiana e potrà arrivare agli uomini maggiormente illuminati dalla luce dell'Evangelo una maggiore conoscenza, un migliore approfondimento ed una più vasta dilatazione del regno di Dio nel mondo».

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