L'ANALISI
24 Agosto 2018 - 07:00
SORESINA. 23. — In epoca remota, nella parte superiore della provincia cremonese esisteva una vasta palude che tutti chiamavano mare o lago Gerondo. Questa grande distesa di acque salmastre lambiva ad occidente i territori milanese e lodigiano, al nord quello trevigliese, ad oriente l'alto cremonese e il soresinese per restringersi al sud in una punta col vertice a Castélnuovo Bocca d'Adda. La palude copriva, gran parte dell'attuale territorio cremasco, un lembo del quale emergeva formando una grande isola chiamata Fulcheria ove fra i vari borghi e villaggi prevaleva la fortezza di Crema.
Il lago era formato dalle debordanti acque del Brembo che si confondevano a quelle dell'Adda al nord di Cassano e da quelle dei fiumi Adda e Serio. La distesa d'acqua era di una lunghezza presunta di una settantina di chilometri e di una larghezza di quindici. Le coste tuttora si intravedono sulla destra dell'Adda da Vaprio, Groppello Cassano, Albignano, Trucazzano sino a Lodi e da questa città a Vinzasca, Camairago, Cavacurta, Maleo, sino a Castélnuovo Bocca d'Adda. Rimontando a sinistra le coste toccavano i borghi di Cavatigozzi, Acquanegra, Crotta d'Adda, Fengo, Grumello, Formigara, Oscasale, Corte Madama, Castelleone, Ripalta Arpina, Izano per spingersi in territorio di Caravaggio e Treviglio e Fara d'Adda.
L’isola Fulcheria, oltre la fortezza di Crema, secondo il Giulini, conteneva altri borghi e villaggi elencati da un decreto dell'imperatore Federico dell'ottobre 1187 riguardante la determinazione giuridica dello stato di regalia o appartenenza alla città di Crema, di Azzano, Tortino, Palazzo, Monte, Vaiano, Bagnolo, Chieve, Crederà, Rovereto, Moscazzano, Montodine, Gombito, Rivoltella e Rivolta (Ripalta Guerina e Ripalta Cremasca), Ombriano, San Lorenzo, S. Andrea e quanto comprendesi fuori del fossato e dei sobborghi di Crema. Non si deve però intendere che l'isola Fulcheria fosse un territorio uniformemente emeraente dalle acque perchè alcuni storici e geografi affermano che null'altro fosse che una serie di rialti sporgenti al di sopra della palude e che offrivano pascolo ed abitazione. Fra g'i altri vengono rammentati il Moso o Mosi e il Dosso dell'Idolo su cui si vuole sia stata fondata Crema. Anche il lago si ritiene sia staio costellato da terre affioranti, spece di isolotti che comparivano o scomparivano a seconda della quantità d'acqua che scorreva nei fiumi che formavano il lago.
La storia rammenta che ai tempi di Barbarossa i cremonesi mossero all' assedio di Lodi con apparato nautico e terrestre per le interposte paludi. In tempi più remoti sembra che il lago sia stato più vasto a causa della minore profondità degli alvei dell'Adda e del Serio sicché le sue acque invadevano in tempi di piena territori molto più lontani che a causa della loro accidentalità si trasformavano in immense distese melmose in cui si emergevano specie di collinette sulle quali i primi abitatori costruirono su palafitte i loro villaggi. Infatti, nel caso di Soresina, la parte più alta è anche la più vecchia e tra questo punto e la parte più bassa corre un dislivello di circa sette metri. L’abitato poi di questa cittadina è attraversato da una roggia chiamata Geronda: forse in ricordo dell'antico lago?
Ma, come dice il Manini, l'arte più che la natura dei fiumi di affondare i propri alvei coll'impeto delle correnti, nel progredire degli anni, deve aver fatto sparire questa grande distesa di acque. Infatti le notevoli estrazioni di esse da parte degli uomini dal Serio e dal Brembo colle tante rogge che irrigano la pianura bergamasca e dell'Adda con i molti canali che innaffiano il basso lodigiano e il cremonese e poi i vari fossati scavati nel cremasco hanno interamente asciugato quel grande tratto di paese che da secoli era coperto dal lago. Al giorno d'oggi del grande mare Gerondo non restano che i letti del Brembo, dell'Adda e del Serio e i numerosi canali e rogge che irrigano il territorio. Il resto è campagna lussureggiante come un giardino. Soltanto i dossi, ammantati di verde, stanno a indicare le sponde della grande palude il cui letto è solcato dall'aratro per dare all'uomo il frutto della sua fecondità.
Tenendo conto di varie indicazioni degli storici abbiamo cercato di dare una forma approssimativa al lago Gerondo e all'isola Fulcheria compendiandola in un grafico.
Ciò è stato fatto per dare soltanto un'idea dell'estensione del lago e della radicale trasformazione del territorio avvenuta in questi secoli nella speranza che i lettori vogliano accettare il grafico non come elaborazione storica ma come un orientamento per eventuali più approfondite ricerche.
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