L'ANALISI
20 Ottobre 2017 - 04:00
Nella folta schiera di architetti, ingegneri, scultori, pittori che operarono in Milano alla corte sforzesca il cremonese Bartolomeo Gadio figura in quegli archivi ducali tra i più documentati... A più d'un secolo dalla morte del Gadio, il fatto che il Campi lo presentasse come un uomo d'arme e poi eclettico costruttore d'opere di guerra, anziché un vero e proprio architetto, finì con l'assegnargli un posto più nella storia civile della città che in quella artistica; ne risultava cosi un personaggio locale, assai importante alla corte milanese, ma di tempi lontani, estranei a quelli da cui sentiva di discendere lo storiografo e pittore cremonese. Lasciò la città natale nel '58 quando fu creato cittadino milanese per essere nel '59 nominato commissario generale di tutti i lavori del ducato: nel 1461 è inviato a Pavia per far procedere il completamento della Certosa; nel 1463 è di nuovo a Cremona per la fondazione della chiesa di San Sigismondo.
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