L'ANALISI
12 Luglio 2024 - 11:38
Lorena Vezzosi e Stefano Del re
CASALMAGGIORE - Seguendo l’ipotesi dell’omicidio suicidio, senza che però a ora sia stata individuata una prova decisiva a suffragare la teoria investigativa più accreditata, i carabinieri continuano a indagare a ritmo serrato sulle ultime ore di vita di Stefano Del Re, 55 anni compiuti mercoledì scorso, e Lorena Vezzosi, 53, i coniugi separati trovati morti nella loro auto finita nel fiume Po giovedì notte a Casalmaggiore. Solo l’autopsia disposta dalla Procura di Cremona potrà aggiungere elementi importanti per comprendere le cause della morte dei coniugi.
Lui era alla guida di una Nissan, lei era seduta al suo fianco quando la vettura a tutta velocità ha percorso la via Alzaia, partendo dal parcheggio vicino all’ingresso del Parco Golena, nell’ultimo tratto sterrato in senso opposto a quello di marcia (c’è un cartello che vieta l’accesso), fino a cozzare contro la passerella dell’attracco comunale, prima di inabissarsi. La vettura, nella sua corsa, a un certo punto ha puntato verso destra, uscendo dalla carreggiata e percorrendo sulla scarpata erbosa alcune decine di metri, prima dell’impatto con la struttura galleggiante. Le telecamere di videosorveglianza della Motonautica mostrano Lorena priva di sensi sul sedile del passeggero, mentre l’auto è nel Po con Stefano che, a un certo punto, con un braccio fuori dal finestrino, tenta di aggrapparsi a una barca ormeggiata, prima di essere risucchiato dalla corrente. L’esame autoptico chiarirà se Lorena è spirata per annegamento oppure se fosse già morta nel momento in cui la vettura è finita in acqua.
I primi accertamenti sul corpo di Lorena non hanno rivelato evidenti ferite da arma da fuoco o da taglio, ma solo una lesione agli arti inferiori compatibile con la fuoriuscita di strada dell’auto. Tuttavia, il magistrato ha disposto autopsie complete che dovrebbero essere effettuate martedì.
A Santarcangelo, i carabinieri hanno perquisito l’abitazione di Lorena senza trovare tracce di violenza o indizi di un delitto commesso all’interno e ha perso consistenza la notizia del ritrovamento di tracce di colore rosso. Ieri in Romagna è circolata anche la voce, non confermata però, che gli inquirenti abbiano perquisito un armadio blindato dove ci sarebbero state armi regolarmente detenute.
I coniugi si erano trasferiti a Santarcangelo nel 2018 insieme ai due figli minorenni per motivi di lavoro. Lui lavorava come operatore socio-sanitario (OSS) a Rimini, mentre lei, disoccupata, si occupava saltuariamente delle pulizie nel condominio.
A Casalmaggiore Lorena aveva lavorato per un certo periodo al panificio di via Cavour. Prima di trasferirsi in Romagna avrebbe iniziato anche a insegnare. Stefano ha lavorato all’ospedale Aragona, poi per un certo periodo ha vissuto a Tenerife. Al rientro ha gestito una cartoleria con la seconda moglie (dalla prima aveva avuto una figlia ora 27enne) a Casalmaggiore, prima di andare a lavorare a Viadana alla casa di riposo.
Sebbene non fossero più una coppia dallo scorso dicembre, erano rimasti in buoni rapporti e continuavano a vedersi. Stefano si era trasferito in un residence nelle vicinanze, mentre Lorena era rimasta con i due figli, entrambi minorenni.
Giovedì pomeriggio, i due hanno detto ai figli e ai famigliari di Stefano che sarebbero usciti a cena. Non è chiaro se abbiano effettivamente trascorso la serata in un ristorante o in qualche altro locale. I figli, ignari di quanto stava accadendo, hanno trascorso la notte da soli. Nonostante la separazione, sembrava non ci fossero rancori tra gli ex coniugi, ma negli ultimi tempi qualcosa potrebbe essersi incrinato. La mattina seguente, lo zio paterno è andato a prendere i ragazzi che sono stati affidati ai servizi sociali del Comune di Santarcangelo e da lì a dei famigliari.
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