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Ponte sul Po e lavori: il maxi cantiere fa paura al commercio

Esercenti e associazioni temono l’impatto sugli affari, perché senso unico alternato e chiusura notturna rischiano di allontanare la clientela

Elisa Calamari

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redazioneweb@laprovinciacr.it

04 Aprile 2023 - 05:20

Ponte sul Po e lavori: il maxi cantiere fa paura al commercio

CREMONA/CASTELVETRO - Ad un anno dall’apertura dell’atteso ma discusso cantiere, i lavori sul ponte fanno paura: esercenti locali ed associazioni di categoria temono l’impatto negativo sugli affari, perché indubbiamente senso unico alternato e chiusura notturna (per cinque mesi) rischiano di allontanare la clientela proveniente da Cremona. Dopo l’sos lanciato da Confcommercio Piacenza tramite il direttore Gianluca Barbieri, a parlare sono proprio negozianti, ristoratori e titolari di locali notturni del paese. C’è anche chi annuncia proteste eclatanti.

trio

Sabina Buelli, Diletta Lizzini e Luciano Zanchi

I NEGOZI

In piena pandemia Sabina Buelli del negozio di abbigliamento Papaya era stata fra le promotrici delle proteste contro il limite agli spostamenti legato ai confini regionali, ora teme il ripetersi della situazione: «Veniamo da un periodo difficile, ci siamo rialzati a fatica, e adesso arrivano questi lavori con un lungo periodo di senso unico alternato. Sicuramente non possono più essere rimandati e tutti siamo d’accordo sul fatto che il ponte necessita di interventi – precisa –. Ma per il commercio locale è una mazzata. Nel mio caso la clientela è prettamente femminile e noi donne dobbiamo incastrare tutto per trovare tempo, dunque colonne e attese sul ponte potrebbero diventare un deterrente. Soluzioni? Beh potrei valutare un temporary store in città, a Cremona, per il periodo del cantiere. Non dimentichiamo, però, che per chi vive a Castelvetro c’è anche il fattore personale: gli spostamenti da e per la città sono quotidiani e frequenti. Quindi sarà comunque un disagio».


I RISTORANTI


«Dopo lockdown e coprifuochi, cinque mesi di chiusura notturna significherebbero metterci in ginocchio – dice Diletta Lizzini, titolare del ristorante pizzeria Cà Nova –. Cercherò di informarmi e insieme ai colleghi proveremo a fare sentire la nostra voce, ma la preoccupazione è grande. Sia per il lavoro serale che verrebbe praticamente a mancare, sia per quello dell’ora di pranzo: chi ha fra i clienti operai e lavoratori rischia di perderci due volte, perché col senso alternato e i lunghi tempi di percorrenza calerebbe anche questa tipologia di clientela. Spero, almeno, che si riesca ad ottenere il pedaggio autostradale gratuito».

L'INTRATTENIMENTO


Particolarmente duro Luciano Zanchi, imprenditore titolare di diversi locali e presidente nazionale di Assointrattenimento – Confindustria: «Il nostro settore è già stato fra i più penalizzati dalla pandemia, ora ci sentiamo nuovamente discriminati. Perché il senso unico alternato di giorno e la chiusura totale di notte? Vuole dire farci chiudere per cinque mesi, sempre che poi i tempi non si allunghino come capita spesso coi cantieri. Castelvetro ha diversi locali notturni, un bowling e molti ristoranti, non è pensabile gravare così tanto su queste attività e lo faremo presente in tutte le sedi opportune, a partire dalla Provincia di Piacenza. Se intendono chiudere il ponte di notte – provoca – noi andremo a chiuderlo di giorno tramite manifestazioni di protesta».

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