L'ANALISI
CREMA. LUNEDI' 28 GENNAIO 2019 ALLE 20,45
21 Gennaio 2019 - 17:23
CREMA - «Antipatico, aggressivo, arrogante, scontroso, depresso anche per l’abuso di farmaci, fumo e alcol, non è simpatico ma ha una caratteristica che lo riscatta: è leale con le donne, che frequenta ma non sa amare, e con colleghi e superiori. Il che è un pregio ma anche un problema». A descrivere così il commissario Michele Balistreri è Roberto Costantini, il suo creatore, che torna in libreria con ‘Da molto lontano’, Marsilio editore, la sesta (e forse ultima) inchiesta di un poliziotto anomalo ormai in pensione e alla ricerca di pace interiore. Un personaggio cult, che ha meritatamente conquistato il cuore dei lettori non solo italiani arrivando a vendere più di più di 300mila copie solo nel Belpaese.
Balistreri e il suo ‘papà’ Costantini sono i protagonisti del prossimo appuntamento del Caffè Letterario di Crema: lunedì 28 gennaio 2019 in sala Bottesini del San Domenico, con inizio alle 20,45 e ingresso libero. Converserà con lo scrittore Stefano Righi, giornalista del Corriere della Sera. L’incontro sarà intervallato da interventi di studenti del Civico Istituto Musicale Folcioni di Crema, che – come da tradizione - eseguiranno brani collegati con il libro che viene presentato.
Perennemente sospeso tra passato e presente, Balistreri è l''occhio' con il quale Costantini , come ci spiega, ha «voluto raccontare l’Italia di questi ultimi 50 anni. L’italiano come diceva Cesare Beccaria è un popolo in bilico, diviso tra patria e sangue. E sceglie sempre il sangue, cioè l’interesse famigliare. Il che è un concetto mafioso: siamo tutti mafiosi da quel punto di vista lì. La conseguenza è che siamo un popolo di 60 milioni di piccoli imbroglioni, naturalmente mi ci metto anch'io dentro. Coloro che che stanno bene se ne fregano di chi sta in basso, ma prima o poi toccherà anche a loro essere tra gli ultimi, più in basso di qualcuno che ti farà pagare questa condizione di inferiorità».
Come negli altri cinque romanzi, anche ‘Da molto lontano’ ha una trama complessa, che si svolge su due piani temporali: il presente e il 1990, quando il figlio di un potente imprenditore romano scompare nel nulla. E’ anche l’anno delle ‘Notti magiche’ per i campionati mondiali di calcio in Italia: «Il calcio è un potentissimo strumento di ambientazione - sottolinea Costantini, che già in passato aveva collocato le indagini del suo commissario in anni segnati dai ‘mondiali’ -. E’ preziosissimo per uno scrittore: se dici la sera di Italia Germania 4-3 tutti i ricordano dove erano, che cosa hanno fatto, come hanno festeggiato e con chi, comprese le donne alle quali il calcio non interessa per nulla, perché sanno cosa fecero i loro uomini. E quindi riescono a inquadrare quel momento storico più in generale».
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