L'ANALISI
27 Ottobre 2024 - 05:30
CREMONA - Protagonista della rubrica ‘Il medico risponde’ è la dottoressa Antonella Laiolo, direttore Vaccinazioni e sorveglianza malattie infettive di Asst Cremona.
Che cos’è la poliomielite e che cosa provoca?
«È una malattia virale dovuta a un virus che colpisce le fibre nervose che vanno a innervare i muscoli, ne deriva una perdita di funzionalità del nervo e di conseguenza anche del muscolo. Questo danno può essere a livello di qualsiasi distretto muscolare, dagli arti ai muscoli respiratori e in quest’ultimo caso le persone colpite erano costrette a vivere nel polmone d’acciaio che dall’esterno faceva il movimento della cassa toracica. È un virus molto diffuso ancora nel mondo, ma nei Paesi industrializzati è stato eliminato grazie alla vaccinazione, eliminato, appunto, non eradicato. La vaccinazione in Italia è stata introdotta a metà degli anni Sessanta e in poco più di dieci anni ha eliminato il problema. L’Italia è polio-free dagli anni Ottanta, l’ultimo caso è stato registrato nel 1983. La gente non si ammala perché è vaccinata, ma il virus è ancora circolante perché è veicolato dai topi che non possono essere tutti vaccinati».
Quale vaccino si usa?
«Viene utilizzato già da diversi anni il vaccino Salk, inattivato, sicuro, che funziona bene e dà un’ottima copertura. Quindi è impossibile prendere la poliomielite dal vaccino».
Quante dosi vengono somministrate e a quale età?
«Il ciclo primario è caratterizzato dalla somministrazione di tre dosi ai nuovi nati: la prima tra i 2-3 mesi di vita, la seconda intorno ai 5 mesi, la terza prima del compimento dell’anno di vita. Viene poi fatto un richiamo a sei anni, prima dell’ingresso a scuola, e un’ultima dose a 12 anni. Tutti questi step rientrano nell’obbligo vaccinale. Ci sono situazioni in cui anche in età adulta c’è la necessità di fare un ulteriore richiamo, per esempio quando si sta per intraprendere un viaggio in un Paese in cui la poliomielite è ancora presente».
L’Italia è polio-free dal 1983: ha ancora senso la vaccinazione?
«Assolutamente sì, perché il virus è ancora presente, è solo tenuto a bada, cosa possibile raggiungendo una copertura vaccinale del 95% della popolazione. Questa è proprio come si è detto la differenza tra eliminazione ed eradicazione. Non ci ammaliamo perché siamo vaccinati, le persone sono protette, ma il virus continua a circolare, a differenza di altre malattie per esempio come il vaiolo che è eradicato».
La rubrica, realizzata in collaborazione con Asst Cremona, può essere ascoltata sul sito de ‘La Provincia’ e sul suo canale YouTube.
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