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IL MEDICO RISPONDE: IL VIDEO

Tumore al seno: «Aderite ai programmi di screening»

Il dottor Matteo Passamonti, direttore Radiologia dell'Oglio Po e referente radiologo della Breast Unit-Area Donna di Asst Cremona: «È un test per vedere se ci sono segni di malattia molto piccoli prima che il nodulo si senta»

Cinzia Franciò

Email:

cfrancio@laprovinciacr.it

03 Novembre 2024 - 05:25

CREMONA - Protagonista della rubrica ‘Il medico risponde’ è il dottor Matteo Passamonti, direttore della Radiologia dell’Oglio Po di Casalmaggiore e referente radiologo della Breast Unit-Area Donna dell’Asst di Cremona.

Perché è importante aderire ai programmi di screening organizzati contro il cancro al seno?
«È importante perché nel 2023 55mila donne in Italia hanno avuto un tumore alla mammella. Aderire allo screening vuol dire farsi un regalo. Noi riceviamo l’invito a effettuare la mammografia e poi riceviamo la lettera che va tutto bene, ma dietro c’è un lavoro di qualità e di monitoraggio di determinati parametri. Fare la mammografia di screening significa aderire a un percorso di salute pubblica. Ecco perché mariti, fratelli, sorelle devono proporre alle donne di casa il percorso mammografico».

Che cos’è la mammografia di screening e come funziona lo screening mammografico organizzato?

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«La mammografia è una radiografia delle mammelle a bassissime dosi di radiazioni, svolta da un tecnico adeguatamente formato per evitare il dolore. Poniamo anche molta attenzione al lato umano per creare un’empatia importante con le pazienti. La mammografia di screening è andare a proporre un test per vedere se ci sono segni di malattia molto piccoli all’interno della ghiandola mammaria, prima che il nodulo si senta. Quando la mammografia trova un tumore inferiore al centimetro, le percentuali di guarigione viaggiano dal 90 al 95%. È importante partecipare, quindi, ai programmi di screening».

Quali sono i pro e i contro della mammografia di screening?
«Innanzitutto, serve a ridurre la mortalità per tumore al seno. Qualche volta capita di spaventare la paziente ‘per niente’, passatemi il termine, di fronte a un’alterazione che non riusciamo a valutare e che necessita di un approfondimento magari attraverso una risonanza magnetica o una biopsia. In questo periodo di attesa ci rendiamo conto dell’ansia che prova la donna fino al risultato finale che nella maggior parte dei casi indica una situazione benigna».

Quale può essere il risultato della mammografia?
«Più di 9 volte su 10 il risultato è negativo, il test non mostra nessuna alterazione sospetta. In caso il risultato non sia certo, viene fatta una chiamata alla paziente proprio per fare qualche indagine in più, ma non significa che ci sia un tumore. Le mammografie vengono lette da due medici che non sanno che cosa abbia detto il collega proprio per ridurre le possibilità di errore».

Ci sono buone pratiche per la prevenzione del tumore al seno?

sovrappero
«Essere in sovrappeso aumenta la possibilità di sviluppare un tumore, non solo al seno. Mettendo in relazione la nostra altezza con il nostro peso, bisogna essere nella fascia verde, il più lontano possibile da quella rossa. Bisogna seguire una dieta sana che significa non mangiare ciò che le nostre nonne non avrebbero mangiato».

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La rubrica, realizzata in collaborazione con Asst Cremona, può essere ascoltata sul sito de ‘La Provincia’ e sul suo canale YouTube.

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