L'ANALISI
28 Giugno 2024 - 05:25
CREMONA - Chi si immagina un Gianluca Galimberti a riposo dopo 10 anni da sindaco di Cremona si sbaglia di grosso. È «felice e orgoglioso» per il risultato del ballottaggio che ha visto vincere il suo vice Andrea Virgilio «bravo e preparatissimo», più rilassato, ma carico di progetti sul suo futuro. E dopo una campagna elettorale che lo ha visto ai margini «per spirito di servizio», ci tiene a sottolineare il buon risultato della sua lista ‘Fare Nuova Cremona Attiva’, terza forza in città: «La scelta della discontinuità? Per alcuni aspetti un errore e una sciocchezza».
Resterà in politica?
«No, per ora no. Seguirò sicuramente il laboratorio Cremona si può, ma per adesso i miei impegni saranno concentrati sulla famiglia, che per me è un legame molto importante, e sulla scuola: non vedo l’ora di incontrare i miei ragazzi. Poi con un gruppo di amici stiamo costruendo un progetto di libera professione per fornire consulenze alle aziende nel campo della transizione ecologica, in particolare in agricoltura. È un tema che mi ha molto interessato. C’è bisogno di raccontare in maniera comprensibile le buone pratiche e le verità scientifiche contrastando le troppe fake news che circolano sull’argomento. Inoltre fra un po’ mi piacerebbe occuparmi come volontario dei luoghi di preparazione dei futuri amministratori. Il dato dell’astensione ci dice che è necessario studiare nuove forme di partecipazione».
Ma una delle accuse rivolte alla sua ultima amministrazione è proprio quella di aver praticato poco la partecipazione, prendendo le decisioni in solitudine e ignorando i vari comitati di cittadini.
«La democrazia rappresentativa è fatta da una cittadinanza che sceglie i suoi rappresentanti e sceglie il sindaco. Il sindaco ha l’obbligo di tenere i legami partecipativi con la sua coalizione. Questo è fondamentale. Non c’è stata una decisione che non sia stata condivisa con tutta la Giunta. Io poi ho incontrato tantissimi cittadini. Decine gli incontri con i Comitati di quartiere e i rapporti con loro sono stati costanti: c’era anche un assessore preposto. Così come la partecipazione ha voluto dire un rapporto costante con le categorie economiche. E la collaborazione con le altre istituzioni cittadine. La partecipazione è fatta anche di progetti e di reti. E la terza forza in città, la seconda della nostra coalizione con 2.234 voti e il 7.17% è la civica Fare Nuova Cremona Attiva. Ecco, questa forza politica, che ha un legame con me, evidentemente, rappresenta un civismo coltivato e preparato da tempo. Perché sono 10 anni che questa forza è presente in città e si è presentata alle elezioni per la terza volta. E ha il 99,63% di preferenze, un dato straordinario: vuol dire che le persone scelte sono state votate. Tuttavia l’ascolto non significa per forza condivisione. L’amministratore ha il dovere di andare avanti, a volte con una mediazione, altre volte con una decisione».
Fortunatamente allo spalle e forse già dimenticata, la pandemia di Covid ha necessariamente lasciato una traccia e condizionato l’attività della sua amministrazione.
«È importante continuare a ricordarsene. Io penso che Cremona abbia dato una dimostrazione straordinaria di come nel periodo più drammatico della storia recente della nostra città si possa affrontare tutti insieme un’emergenza di tale portata. Fatemi ricordare, tra le altre, questa cosa. Abbiamo avuto la capacità di risolvere la crisi che si è determinata per la mancanza di feretri con rispetto nei confronti dei corpi dei defunti e dei familiari attraverso il noleggio di container refrigerati. Cremona è stata l’epicentro della pandemia e abbiamo fatto diga anche nei confronti di Milano. Dei morti non va perso il ricordo e non vanno dimenticate anche l’impegno comune, la solidarietà e il senso di comunità. Sono orgoglioso dell’efficienza con cui Cremona ha affrontato questo periodo drammatico, superandolo in maniera importante. E durante questo periodo noi non abbiamo mai smesso di fare progetti».
E dopo il Covid è arrivata la proposta di costruire un ospedale nuovo. Partita da Forza Italia, l’idea è stata abbracciata anche dal centrosinistra. Ora è contestata da una parte della città. Si farà? E lei sarà orgoglioso di avere contribuito?
«Io sono stato una delle prime persone che ha sostenuto il progetto con la Regione e con l’Asst anche quando c’erano delle titubanze. Sono sicuro che si farà e sono orgogliosissimo di avere un contributo. Con l’appoggio della coalizione abbiamo subito posto il tema dei contenuti: il progetto del nuovo ospedale deve essere un progetto di rilancio della sanità. Quindi il Dea di secondo livello, più servizi per i cittadini e una maggiore efficienza nelle risposte. La bellezza architettonica risolve alcuni problemi storici di questo ospedale. Ma la grande questione sono i contenuti e il progetto di sanità territoriale. Su cui molto abbiamo fatto e di cui Cremona Solidale è un tassello essenziale. Non possiamo poi trascurare il fatto che il Covid ci ha dettato le caratteristiche che un ospedale deve avere per affrontare una crisi che potrebbe tornare».
Quali rapporti con la Regione, governata dal centrodestra?
«Luci e ombre. Luci per il nuovo ospedale e Santa Monica. Ombre perché su altre partite continua a non essere presente come dovrebbe. E sto parlando dei trasporti. Devo dire che molto dipende anche dall’assessore. Con Guido Guidesi persona di valore, c’è stato un bel dialogo. Quanto all’autostrada Cremona Mantova è importante, ma bisogna capire se ci sarà un’offerta economica del fondo interessato. Il territorio non è ‘leggero’ come peso in Regione, è il centrodestra locale qui e al Pirellone ad essere oggettivamente responsabile se Cremona passa in secondo piano».
Cosa replica a chi l’accusa di avere trascurato le manutenzioni della città?
«Che ci sia bisogno di migliorare i tempi di risposta e la comunicazione è vero. Ma è anche vero che sulle manutenzioni e le ‘piccole’ cose è stato investito tanto. Gli sfalci del verde sono raddoppiati, l’aver sistemato i controsoffitti delle scuole è poca cosa? Le verifiche antisismiche sono una piccola cosa? San Felice non si allaga più grazie agli investimenti fatti. Per la pulizia in città ci sono nuove macchine e abbiamo 19 servizi per i rifiuti urbani. Per quanto riguarda le strade è stata una scelta razionale quella di mettere quella quantità di denaro. Avremmo potuto metterne di più, ma tagliando altrove. L’equilibrio è stato tenuto in maniera corretta. Non dimentichiamo che abbiamo dovuto cofinanziare i grandi progetti del Pnrr, per i quali siamo nei tempi, e abbiamo dovuto fronteggiare l’aumento dei prezzi del 2022 e la peggiore crisi energetica. Sono orgoglioso di avere legato il mio nome a tanti progetti che cambieranno la città. Abbiamo sistemato 15 parchi cittadini e poi palazzo Grasselli, piazza Coppetti che era un buco, palazzo Affaitati e poi il campeggio e l’ex campeggio, via del Macello con i due poli e gli ex Magazzini Cariplo per cui è stata fatta un’offerta».
Ma non le è spiaciuto dover restare ai margini in questa campagna elettorale e non aver potuto rivendicare quanto fatto?
«Non una rivendicazione, ma un racconto oggettivo. E la città ha bisogno di oggettività. Andrea è la persona giusta. Io l’ho sempre sostenuto e non ho mai avuto dubbi. Questo perché è bravissimo. competente e capace di ascolto. L’ho sostenuto perché è espressione del Pd, cosa importante dopo 10 anni di sindaco civico, e di una coalizione forte e unita. Durante la campagna ho tenuto uno stile rispettoso del candidato sindaco che doveva restare protagonista e lo è stato. Ho inteso la mia esperienza come servizio e ho fatto un passo indietro. E il fatto che il proprio vicesindaco diventi sindaco mi riempie di orgoglio. Ma la non valorizzazione di alcuni progetti penso che sia una sciocchezza. Il tema della continuità e della discontinuità, penso semplicemente sia stato un grave errore. Anche perché il candidato sindaco era vicesindaco, quindi, protagonista di persona di progetti importantissimi».
Nel futuro di Gianluca Galimberti c’è l’insegnamento, la nuova avventura da consulente green e anche l’idea di far crescere i nuovi amministratori, ma anche i cittadini: «Mi piacerebbe fra un po’ occuparmi da volontario anche di luoghi di preparazione dei futuri amministratori».
Una scuola di formazione?
«Un laboratorio in cui si parta dalle questioni, si analizzino le criticità e si arrivi a delle soluzioni. L’orientamento dovrebbe essere quello del problem solving. Io ho ricevuto tantissimo dall’esperienza di Partecipolis dal 2009 al 2013 e dopo dieci anni mi sembra doveroso restituire quel che ho appreso prima durante questo percorso e poi da sindaco ai giovani, ma anche a chiunque voglia approcciarsi al mondo dell’amministrazione e della politica. È giusto che anche i cittadini colgano la complessità delle questioni e quindi possano essere anche più contenti dei risultati raggiunti».
Cosa fare contro l’astensione, come recuperare la fiducia degli elettori?
«È un lavoro comune da fare e non dipenderà solo da Giunta e Consiglio ma da tutti noi. Di questo dato dobbiamo portare tutti la responsabilità. Serve un lavoro di vicinanza ai cittadini ancora più forte»
Ora però qual è la sensazione che prevale?
«In questo momento sono molto, molto sereno e come ho già avuto modo di dire molto orgoglioso e molto felice anche per l’esito elettorale Molto sereno perché finisce una parte della della mia vita molto intensa dalla quale ho imparato tantissimo e inizia un’altra fase.
Politicamente qual è il lascito che ricorda con maggiore soddisfazione di questi 10 anni?
«Io penso davvero che la città sia complessivamente molto cambiata. Lo certificano anche una serie di classifiche. Ma al di là delle classifiche, penso che davvero ci siano alcune progettualità importantissime che hanno caratterizzato questi anni e che sicuramente devono continuare, migliorare e innovarsi. Sto pensando ai tema ambientale, all’università, alle imprese del Polo tecnologico, ma penso anche agli interventi manutentivi su tante realtà che magari si vedono di meno, ma che sono così importanti come tutte le scuole. Penso ai bilanci sani, sia quello del Comune che quelli delle partecipate e controllate, come il Teatro Ponchielli, il Mueo del Violino e Cremona Solidale. E ad Aem risanata».
Invece c’è amarezza per qualcosa che che che è andato storto in questi 10 anni?
«L’amarezza è legata ai toni a volte troppo accesi, a parole che a volte erano più tese a ferire e a colpire che a proporre un’idea costruttiva di alternativa. So che è il gioco della politica, dalla quale peraltro non mi tiro fuori perché ognuno ha le sue responsabilità. Però penso che si debba davvero molto lavorare per migliorare ulteriormente le cose e le parole che si dicono E che corrispondono, a volte, quelle positive a un desiderio di presente e di futuro e quelle negative ad un egoismo forte a una tutela di interessi che sono incompatibili con il bene comune della città».
Cos’è che invece le sarebbe piaciuto fare non non è riuscito a fare?
«Ci sono alcuni temi che meritano evidentemente di essere portati a termine o meritano di essere affronti con un’innovazione ulteriore. Noi abbiamo lavorato tantissimo alla cura e della città e ci sono i dati che lo dicono. Però sicuramente si deve e si può fare meglio. Sto pensando a temi strategici come quello dei parcheggi e del rapporto con Saba, ma non sono temi che non siano stati affrontati».
Se potesse tornare indietro si comporterebbe diversamente sul caso Cauzzi?
«Mi sento di dire che il teatro sta facendo un percorso strepitoso, quindi le scelte fatte erano positive. Ho tenuto un atteggiamento dal mio punto di vista di grande rispetto. Il teatro è una realtà che aveva dei problemi da affrontare, che li sta affrontando e risolvendo. Ho il dispiacere per i toni, le affermazioni, allusioni e illazioni siano state cariche di fango e spesso offensive e sopratutto sbagliate e prive di fondamento. Come sempre alcune cose potevano essere fatte meglio, nella modalità. Io ho sempre mantenuto il rispetto e l’aderenza all’oggettività e credo che i fatti mi diano ragione. Non mi aspetto le scuse o un grazie, ma sono assolutamente sereno nel vedere il percorso che il teatro sta facendo».
Copyright La Provincia di Cremona © 2012 Tutti i diritti riservati
P.Iva 00111740197 - via delle Industrie, 2 - 26100 Cremona
Testata registrata presso il Tribunale di Cremona n. 469 - 23/02/2012
Server Provider: OVH s.r.l. Capo redattore responsabile: Paolo Gualandris