L'ANALISI
26 Giugno 2024 - 18:40
CREMONA - «È stato un voto complicato». Luciano Pizzetti non è certo una persona che si faccia trascinare da facili entusiasmi e, a pochi giorni dalla vittoria di Andrea Virgilio, nuovo sindaco di Cremona, gli entusiasmi sono contenuti. Nel corso di una lunga intervista al quotidiano La Provincia l’ex sottosegretario dem e punto di riferimento del centrosinistra cremonese condivide la propria lettura del ballottaggio. «D’altronde sono 5 anni che il centrosinistra finisce sotto alle elezioni di tutti i livelli, altrove nei capoluoghi il centrosinistra resta maggioranza». La vittoria per 192 voti al ballottaggio viene festeggiato con un sospiro di sollievo. Oltre a quello resta una scia di riflessioni. «Dobbiamo smetterla di partire sempre dal presupposto che siamo stati bravi e gli elettori non ci hanno capiti, c’è molto da ricostruire sul piano delle relazioni e della fiducia dei cittadini».
Un analogo invito a riflettere era arrivato nei giorni scorsi dal segretario provinciale dimissionario Vittore Soldo: «Il segretario ha colto — commenta Pizzetti — una domanda di cambiamento dalla base e anche una certa resistenza a tale domanda. In questo senso credo che abbia voluto mandare un segnale forte, anche perché solitamente ci si dimette quando si perde non quando si vince. Soldo è come se dicesse, e lo confermano le sue parole, che sì abbiamo vinto ma serve comunque una riflessione». Una sconfitta sfiorata che, insieme ai numeri dell’affluenza ai minimi storici per un’elezione amministrativa, rappresenta uno degli elementi di riflessione inaggirabili per il centrosinistra. «Abbiamo quasi perso non tanto per merito degli altri ma per mancanza nostra».
E il dirigente locale, che dal Pd non è uscito ma che di fatto alle elezioni amministrative ha corso come capolista di una ‘lista di comunità’, auspica per i dem un ruolo di maggiore indipendenza. Non si può fare sola amministrazione altrimenti si finisce per identificarsi con quest’attività. Il ruolo del partito è diverso: si tratta dettare un’agenda politica che racchiuda la tua visione come forza politica».
Tra le ragioni della sconfitta della controparte invece Pizzetti annovera la mossa di rivelare quattro assessori di un’eventuale giunta Portesani: «È stato uno dei più grandi autogoal, che ha svilito l’aspetto civico della loro campagna elettorale barattato per una ripartizione degli incarichi da prima repubblica». Restando sull’analisi del voto Pizzetti aggiunge che «quel che è certo è che sono stati sconfitti i comitati del no. Al ballottaggio sono andati due candidati che su infrastrutture e opere avevano di fatto la stessa posizione. È tempo piuttosto dei comitati del come, proprio ora che sorge la necessità di un ascolto continuo e puntuale delle esigenze dei cittadini».
Ma è venendo alle necessità per i prossimi cinque anni che Pizzetti riserva maggiori sorprese, auspicando di fatto una maggior collaborazione tra maggioranza e opposizione sui temi strategici per la provincia: «Tenendo una distinzione su temi dove la differenza di vedute è forte, penso ad esempio al welfare, immagino di più convergenze su aspetti condivisi: il raddoppio della Castelleonese, ad esempio, per ricucire la nostra lunga e lacerata provincia o l’affidamento ad Anas della tangenziale».
Sfide complessive per le quali serve «che tutto il territorio parli ad una voce, al di là del colore politico». Una capacità che è mancata in questi anni e che ha determinato una scarsa rappresentanza politica del territorio cremonese: «Quando vai a chiedere una rappresentanza in giunta regionale e non ottieni nulla vuol dire che il problema è il tuo peso politico come territorio. Sarebbe interessante che anche l’opposizione potesse partecipare a un percorso politico volto al benessere del territorio. In questo senso auspico che i partiti locali che tanto alacremente hanno messo a disposizione i propri contatti per portare in città tanti ministri tornino a farlo anche in futuro per assicurare alla nostra provincia quei passi avanti in tema di infrastrutture e innovazione».
Quanto alla composizione della futura giunta per il momento l’ex deputato dem non fa rivelazioni, riservando piuttosto una nota di metodo al rapporto tra sindaco e partiti: «Non penso che si debba andare dal sindaco a pretendere, ma piuttosto a offrire delle competenze e delle figure indicate per gli alti ruoli istituzionali che si andranno a ricoprire». E sul proprio futuro resta vago: «Mi sono candidato per mettere la mia esperienza a disposizione della lista di comunità. Questa disponibilità ad aiutare e far crescere l’amministrazione resta. Credo in particolare che sia necessario cominciare a trovare delle risposte sul fronte dell’ampliamento della forma partecipativa alla politica».
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