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IL MEDICO RISPONDE: IL VIDEO

Sicurezza e salute sul lavoro: così si può evitare il rischio

Il direttore della medicina del lavoro, dottoressa Raffaella Fazioli, e il responsabile del Servizio prevenzione e protezione, dottor Piergiorgio Tagliapietra: "A tutela del personale sanitario dpi e procedure standardizzate per la prevenzione"

Cinzia Franciò

Email:

cfrancio@laprovinciacr.it

28 Aprile 2024 - 05:25

CREMONA - Protagonisti della rubrica ‘Il medico risponde’ sono la dottoressa Raffaella Fazioli, direttore della Medicina del lavoro dell’Asst Cremona e il dottor Piergiorgio Tagliapietra, dirigente professioni sanitarie e responsabile del Servizio prevenzione e protezione.

Dottor Tagliapietra, oggi è la Giornata internazionale della salute e della sicurezza sul lavoro: qual è l’obiettivo di questa ricorrenza?
«È stata istituita dall’Organizzazione internazionale del lavoro come momento di riflessione e confronto sui temi della cultura della prevenzione nei contesti professionali».

Quali sono i principali rischi professionali in ambito sanitario?
«Innanzitutto il rischio biologico, ovvero il rischio derivante dalla possibile esposizione a microrganismi che possono provocare infezioni, allergie, intossicazioni. La prevenzione del rischio biologico si attua mediante più livelli di intervento: strutturale e impiantistico con l’individuazione di aree dedicate, l’individuazione di zone filtro, la predisposizione di impianti di areazione, l’adozione di procedure e protocolli nella gestione per esempio dei rifiuti infetti, l’impiego da parte del personale di dispositivi di protezione individuali quali mascherine facciali, occhiali e visiere, fornitura di guanti. Un altro rischio che caratterizza il contesto sanitario è connesso alla mobilizzazione dei pazienti. I nostri operatori dell’assistenza, ma anche gli infermieri, utilizzano ausili quali sollevatori, tavole ad alto scorrimento, barelle e sedie a rotelle. Altri rischi, che riguardano particolari aree di lavoro, sono per esempio l’esposizione a radiazioni ionizzate e non, a chemioterapici durante le operazioni di preparazione dei farmaci e di somministrazione. Soprattutto nel Pronto soccorso e nell’area psichiatrica, un rischio sempre più in aumento per il personale sanitario è quello delle aggressioni».

Come si prevengono i rischi?
«Il sistema di prevenzione dei rischi è complesso e parte dall’eliminazione dei pericoli dov’è tecnicamente possibile per poi passare all’adozione di dispositivi di protezione individuali (dpi). Sono importanti le azioni formative e informative, il coinvolgimento e la partecipazione del personale per accrescere la consapevolezza».

Dottoressa Fazioli, la tutela della salute come si inserisce in questo discorso?
«La tutela della salute è il momento finale. Per la valutazione dei rischi intervengono i medici del lavoro o i medici competenti che studiano lo stato di salute dei lavoratori in funzione del rischio a cui sono esposti durante la loro attività lavorativa. Noi
valutiamo sia il gruppo di lavoro sia il singolo lavoratore sulla base delle indicazioni che ci fornisce il Servizio di prevenzione e protezione. Possiamo così aggiungere al processo le ricadute dell’eventuale esposizione al rischio del gruppo o del singolo. Un passo importante che consente all’organizzazione aziendale di ripensare alle misure messe in atto per tutelare la sicurezza e la salute, effettuando integrazioni e modifiche. Si instaura così un circolo virtuoso tra il Servizio di prevenzione e protezione e il servizio del medico competente finalizzato a tutelare a tutto tondo il lavoratore nell’ambito dell’organizzazione nel quale è inserito».

La rubrica, realizzata in collaborazione con Asst Cremona, può essere ascoltata sul sito del giornale e sul suo canale YouTube.

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