L'ANALISI
07 Gennaio 2024 - 05:25
CREMONA - Torna con il nuovo anno l’appuntamento con la rubrica ‘Il medico risponde’: il protagonista di questa puntata è il dottor Alberto Silla, direttore della DAPSS (Direzione aziendale professioni sanitarie e sociosanitarie) dell’Asst di Cremona.
Emerge un nuovo modello assistenziale: che cos’è l’ospedale di comunità?
«È uno dei tasselli della legge di riforma dove l’asse portante è la medicina di prossimità. Si tratta di una dimensione organizzativa di 20 posti letto che si colloca tra l’ospedale per acuti e il domicilio del paziente o le altre strutture dell’offerta assistenziale territoriale».
Come cambia la figura dell’infermiere?
«L’ospedale di comunità è a prevalente gestione infermieristica. Oltre alla componente clinica in carico al personale medico, la componente assistenziale ha come punto di riferimento gli infermieri. I pazienti stabili, che hanno terminato il loro inquadramento diagnostico, ma che non sono pronti a tornare al proprio domicilio - perché non autosufficiente oppure perché non hanno un ambiente idoneo alla presa in carico post dimissione, ma anche perché i famigliari o il caregiver devono essere formati per esempio nella gestione delle terapie, del regime alimentare, dell’interazione tra i farmaci - vengono presi in carico nell’ospedale di comunità. Importante il ruolo della Centrale operativa territoriale (Cot), che svolge il ruolo di tramite tra le dimissioni problematiche dell’ospedale per acuti e le strutture più idonee sul territorio».
Come avviene la presa in carico nell’ospedale di comunità?
«Il passaggio all’ospedale di comunità consente di liberare posti nei reparti, accompagnando però la persona verso l’autosufficienza, in modo tale che una volta tornata al suo domicilio siano minimi i rischi di scompensi che la riporterebbero al pronto soccorso. Ogni paziente nell’ospedale di comunità ha un infermiere di riferimento che valuta tutti i suoi bisogni e stende un piano assistenziale dettagliato, con l’obiettivo di educare sia lui sia il suo caregiver».
Dopo la dimissione dall’ospedale di comunità che cosa succede?
«È una fase molto importante. Se la persona è ritenuta in grado di rientrare a casa, si attivano poi i servizi che la nostra Asst dispone per garantire la continuità assistenziale attraverso l’assistenza domiciliare e gli infermieri di famiglia e comunità. Il paziente non viene abbandonato, ma la rete assistenziale continua a farsi carico delle sue patologie, spesso croniche».
La rubrica, realizzata in collaborazione con Asst Cremona — può essere ascoltata sul sito del giornale e sul suo canale YouTube.
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