L'ANALISI
10 Settembre 2023 - 05:20
CREMONA - Nuovo appuntamento con la rubrica ‘Il medico risponde’: il protagonista di questa puntata è la dottoressa Alessia Zoncada, infettivologa della UO di Malattie infettive dell’Asst di Cremona.
Che cos’è l’Epatite C?
«È un’infiammazione del fegato dovuta appunto al virus dell’Epatite C. Una patologia estremamente subdola che spesso non dà nessun sintomo a meno che l’evoluzione della malattia sia già avvenuta e ci siano tutti quei segni correlati a insufficienza epatica, cirrosi epatica, epatocarcinoma. Un individuo che si infetta nell’80% dei casi va incontro alla cronicizzazione dell’infezione che per anni può restare silente. Nel restante 20% dei casi l’infezione è molto evidente, compare per esempio l’ittero, sintomo che spinge la persona ad andare dal medico e a indagare sul suo stato di salute».
Come si fa prevenzione?
«Purtroppo per questo virus non esiste un vaccino, che resta l’arma più efficace di tutela, a differenza dei ‘cugini’ dell’Epatite B e A. Quindi è importante concentrarsi su come prevenire il contatto. Inoltre, sapere tempestivamente di essere venuti a contatto con il virus dell’Epatite C, oggi consente di essere sottoposti a trattamenti estremamente efficaci e facili, semplici pastiglie da assumere al proprio domicilio, con pochissimi effetti collaterali e una probabilità di guarigione superiore al 95%».
Come ci si infetta?
«Si prende fondamentalmente da sangue infetto. Prima degli anni Novanta le trasfusioni e gli interventi chirurgici possono essere stati motivo di infezione. Ma oggigiorno lo scambio di taglienti, i tatuaggi o i piercing effettuati in ambienti non del tutto sicuri, la tossicodipendenza, i comportamenti sessuali a rischio, la convivenza con una persona affetta da Epatite C dovrebbero suggerire di effettuare un test, un semplice prelievo di sangue, per verificare se si è venuti in contatto con il virus. Stessa cosa per coloro che hanno lavorato in ambienti ospedalieri o nelle Rsa».
Chi rientra negli screening gratuiti di Regione Lombardia?
«Si pensa che in Lombardia tra le 100 e le 150 mila persone abbia l’infezione senza saperlo. I cittadini nati tra il 1969 e l’89 possono effettuare il test gratuitamente. Far emergere il sommerso significa prevenire tutte quelle situazioni di scompenso legate alle malattie epatiche correlate. Quindi se qualcuno pensa di rientrare nelle categorie a rischio è bene consideri di fare il test. Ovviamente anche chi non rientra nella fascia temporale sopra indicata può richiedere il test. Chi ha avuto l’Epatite C deve continuare, però, a fare i controlli periodici e mantenere uno stile di vita sano, che significa innanzitutto non abusare di alcol».
La rubrica — in collaborazione con l’Asst Cremona — può essere ascoltata sul sito del giornale e sul suo canale YouTube.
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