L'ANALISI
IL MEDICO RISPONDE: IL VIDEO
25 Settembre 2022 - 05:30
CREMONA - Torna l’appuntamento settimanale con la rubrica «Il medico risponde». Protagonista di questa puntata è il dottor Bruno Censori, direttore dell’Unità Operativa di Neurologia dell’Ospedale di Cremona.
«L’Alzheimer è la forma più comune di demenza - spiega il direttore della UO -. E per demenza si intende quell’insieme di malattie che hanno come risultato quello di danneggiare soprattutto la capacità della persona di ragionare. Moltissime malattie possono danneggiare questa facoltà, ma quella di gran lunga più frequente è la malattia di Alzheimer, degenerativa. La persona colpita da demenza piano piano comincia a manifestare disturbi soprattutto di memoria, attenzione, orientamento spaziale, ragionamento, programmazione delle proprie attività, fino a essere del tutto incapace a provvedere alle sue necessità quotidiane».
Le cause si stanno studiando, ma la principale è l’età: più si invecchia e più aumenta il rischio di avere l’Alzheimer: «Famigliarità, fattori genetici, traumi cranici e lo stile di vita sono fattori che incidono sull’insorgenza della malattia - spiega il dottor Censori -. I più importanti sintomi sono i disturbi della memoria che devono essere oggettivi e rendono difficoltose le attività della vita quotidiana».
La ricerca sta cercando di identificare la malattia prima che questa dia disturbi clinici: «Si è visto che quando l’Alzheimer è sufficientemente estesa da dare deficit cognitivi, la terapia può risultare meno efficace».
La diagnosi avviene in due direzioni diverse: «Viene effettuata una batteria di test che misurano le funzioni cognitive - Chiarisce il dottor Censori -. Oggi si può fare una diagnosi anche strumentale con per esempio l’esecuzione di una puntura lombare e misurare così nel liquor cerebrospinale alcune sostanze che si accumulano durante la malattia di Alzheimer».
Il 21 settembre è stata la Giornata mondiale dell’Alzheimer: «L’obiettivo è dare voce ai pazienti ma anche a tutte le persone che si occupano di questi malati con impegno e fatica - precisa il dottor Censori -. Si stima che in Italia, da un lato, ci sia un milione di persone colpite da demenza e, dall’altro, siano circa 3 milioni i caregiver che si occupano di questi malati. Un altro obiettivo è quello di stimolare l’attenzione verso la ricerca di farmaci efficaci a rallentare, o bloccare, la malattia».
Sul tavolo, poi, il ruolo del sistema sanitario: «Ci vogliono specialisti in grado di riconoscere la malattia, ma anche una rete sociosanitaria, costituita da infermieri, assistenti sociali, psicologi, fisioterapisti, che siano in grado di sostenere lo sforzo fatto dai parenti dei malati con l’obiettivo di evitare che il paziente arrivi al ricovero in ospedale», conclude il dottor Censori.
La rubrica dedicata alla salute - in collaborazione con l’Asst di Cremona - tratta tutte le settimane un argomento specifico con l’aiuto di uno specialista. Informazioni sull’Unità Operativa di Neurologia dell’Ospedale di Cremona sul sito (www.asst-cremona.it).
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