L'ANALISI
12 Aprile 2023 - 05:25
CREMONA - «L’unico vero errore è quello dal quale non si impara niente»: questa frase campeggia sulla quarta di copertina del romanzo ‘Hallelujah’ del cremonese Lorenzo Garozzo, e il suo protagonista di errori ne ha commessi davvero moltissimi, ma alla fine capisce la lezione. Autore e formatore teatrale - tiene laboratori di drammaturgia all’Università Cattolica di Brescia -, Garozzo parla del suo libro con Paolo Gualandris nella videointervista per la rubrica ‘Tre minuti un libro’ online da oggi sul sito www.laprovinciacr.it.
È la storia di un uomo borderline. «Questo è quanto può essere visto dall’esterno - spiega -, ma gli elementi che lo compongono sono molto più reali di quanto non si pensi. Con questo lavoro ho voluto mettere l’accento su un elemento che è alla base di tutto: l’educazione emotiva e sentimentale ai giorni nostri sono differenti rispetto al passato ed è chiaro che se non adeguatamente vissute queste pre-condizioni portano l’individuo ad avere problemi con la società e con se stesso. Il protagonista deve vivere una vita senza quei riferimenti esistenziali, quindi è in balia di se stesso e del mondo che lo circonda. La trama va a toccare, esagerandole, alcune dinamiche della nostra società, dal sesso, al rapporto con i soldi e con l’amicizia».
‘Hallelujah’ è la storia di un uomo senza nome, in una provincia qualunque, ma feroce e tossica quanto il suo protagonista. Volto magnetico, un volto insonne scavato da una vita di solitudine e un corpo statuario plasmato dalla cattiveria: riscuote debiti per un boss russo locale e adesca ricche donne sposate per ricattarle. Grazie ai suoi traffici è benestante, ma in realtà gli manca tutto. Ricatta la donna sbagliata, indomabile, sfrenata, infelicemente sposata a un uomo famoso e violento. Anche lei ha tutto. Pure a lei manca tutto. E questa sua fragilità apre nella fredda mente del protagonista, nella quale non c’è spazio per chi molla, una crepa, piccola ma sufficiente per lasciare entrare un dubbio, mentre da uno stereo provengono le note di Hallelujah, il brano cantato da Jeff Buckley che dice «che tutti con l’amore possiamo salvarci».
Il ‘nostro’, inoltre, ha un rapporto difficilissimo con il padre. «Il tema è anche quello della famiglia - spiega Garozzo -, ma qui non c’è niente di autobiografico perché io con la mia di famiglia ho un rapporto, in cui c’è molto amore; quindi la cosa divertente è stato pensare a una situazione diametralmente opposta alla mia». Altro elemento focale è il tema dell’amicizia, perché il protagonista a un certo punto incontra una persona che gli cambierà la vita. «Amore, famiglia e amicizia sono tre linee guida, cardini per la vita di ognuno. Se una persona non ne ha tutta la vita diventa difficile». L’amico, un uomo fondamentalmente buono ma suo complice nei ricatti, è un aspirante scrittore, il cui lavoro viene respinto da una critico letterario arrogante. Ed ecco che Garozzo prende spunto per una ferocissima critica al mondo del business letterario.
«Questa è un’aggiunta messa anche rispetto alla mia esperienza teatrale. Spesso vedo distorsioni in cui il critico sembra voler quasi rubare spazio all’artista. Quando si analizza l’arte ci si dovrebbe mettere al servizio dell’opera e la critica dovrebbe favorire la crescita dell’artista». Un libro sui sentimenti in un contesto molto forte e con punte di erotismo esplicito e violenza molto forti. «Credo che ci sia anche un discorso rispetto alla realtà che spessissime volte supera la nostra fantasia. Quindi tante volte si deve eccedere per far sì che ci sia uno scarto tra la realtà e la fantasia facendo sì che poi la fantasia possa riportare il tutto a un principio di realtà, che è poi la cosa importante. Queste soluzioni sono fatte per provocare, per cercare di smuovere il lettore. L’importante è che la provocazione non sia fine a stessa ma lanciata per arrivare a un punto di riflessione profonda».
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