L'ANALISI
IL MEDICO RISPONDE: IL VIDEO
16 Ottobre 2022 - 05:25
CREMONA - Torna l’appuntamento settimanale con la rubrica «Il medico risponde». Protagonista di questa puntata è la dottoressa Ilaria Benzoni, chirurga e proctologa della UO di Chirurgia generale dell’Ospedale di Cremona.
«Il pavimento pelvico è sostanzialmente un imbuto di muscoli che servono a contenere i nostri organi pelvici e a garantire la loro funzione, ossia urinaria, defecatoria, sessuale e del parto» chiarisce la dottoressa Benzoni. Con l’avanzare dell’età può presentarsi il prolasso degli organi del pavimento pelvico: «Il corpo centrale e di equilibrio della pelvi femminile è l’utero - spiega la specialista -. Quando l’utero, per l’età avanzata o per le gravidanze comincia a scendere verso il basso, si porta con sé la vescica o la parete anteriore del retto andando così a compromettere le funzioni di questi organi».
Sono tre le cause principali del prolasso indicate dalla dottoressa Benzoni: «Innanzitutto i parti, indipendentemente siano naturali o con taglio cesareo, poi i cambi repentini di peso soprattutto se ripetuti nel tempo e, infine, la famigliarità».
In presenza di un prolasso, il paziente si lamenta di incontinenza urinaria o fecale oppure al contrario di difficoltà a svuotare la vescica o l’intestino, ma anche di provare dolore durante l’attività sessuale.
Nei casi più avanzati si può avere un prolasso esterno della vagina e del collo dell’utero dalla vulva oppure dalle pareti del retto che comincia con le emorroidi e poi una caduta verso il basso del retto.
Come si arriva alla diagnosi? «È molto importante rivolgersi al chirurgo del pavimento pelvico e al chirurgo proctologo - sottolinea la dottoressa Benzoni -. Qui in ospedale, con il professore Gian Luca Boiocchi, ce ne occupiamo io e il dottor Valerio Ranieri -. Il primo step è una visita completa che viene fatta in un ambulatorio. Sappiamo che sono sintomi un po’ imbarazzanti da condividere con il proprio medico, ma non bisogna assolutamente avere vergogna. Viene valutata la parte sia proctologica sia quella ginecologica e gineco-urinaria».
Una raccomandazione importante: «Non bisogna omettere sintomi. Il chirurgo poi decide se effettuare degli esami di secondo livello come la defecografia o la defeco risonanza che consistono nel realizzare un film dei movimenti del pavimento pelvico quando una persona si scarica».
All’Ospedale di Cremona viene proposta una tecnica chirurgica mini-invasiva: «Con la tecnica POPS, in laparoscopia, applichiamo una retina, molto morbida, fatta in prolene e polipropilene, che va a integrarsi perfettamente nel peritoneo, il foglietto che avvolge i nostri organi addominali riposizionando quelli scesi nella pelvi».
Questo intervento consente di conservare l’utero, prevede una degenza di tre giorni e un recupero più veloce: nel giro di 2-3 settimane il paziente può tornare alle sue attività personali con un ottimo recupero della qualità di vita. E, non da ultimo, «un risultato estetico ottimale, fattore molto importante per noi donne, perché rimarranno delle piccolissime cicatrici che tenderanno a scomparire con il tempo».
Ma si può prevenire il prolasso? «Una buona pratica è avere una dieta ricca di fibre, frutta e verdura che consente di avere un intestino regolare - conclude la dottoressa Benzoni -. Ed, come già detto, evitare le variazioni di peso improvvise».
La rubrica dedicata alla salute - in collaborazione con l’Asst di Cremona - tratta tutte le settimane un argomento specifico con l’aiuto di uno specialista. Informazioni sulla UO di Chirurgia generale dell’Ospedale di Cremona sul sito (www.asst-cremona.it).
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